SENIGALLIA – «Mi hanno insegnato che non si va a casa d’altri senza essere invitati, ritengo di dover smentire categoricamente l’affermazione del giornalista in quanto nessun invito è stato rivolto alla mia persona. I miei contatti sono pubblici, la mia candidatura conosciuta da febbraio e nessuno, finora, ha avuto difficoltà a contattarmi né ha ricevuto rifiuti al confronto da parte mia». A parlare così è Rosaria Diamantini, candidata a sindaco per Senigallia Resistente (composta da Rifondazione comunista e da Sinistra ambientalista per Senigallia) in merito all’incontro promosso dall’ordine degli architetti di Ancona che ha incontrato alcuni candidati in vista delle elezioni che si terranno a settembre anche sulla spiaggia di velluto.
L’ordine degli architetti di Ancona aveva infatti sostenuto che al «proficuo incontro» di lunedì 10 agosto avessero partecipato «i candidati sindaco che hanno risposto positivamente al nostro appello», tanto da fare un invito pubblico agli «altri candidati a contattare il nostro ufficio», come reso noto sui canali istituzionali dell’Ente guidato dalla presidente Donatella Maiolatesi. Erano presenti Fabrizio Volpini, Massimo Olivetti, Paolo Molinelli e Gennaro Campanile; assenti Paolo Battisti, Rosaria Diamantini e Alessandro Merli.
Secondo Diamantini, «se l’Ordine avesse “dimenticato” di invitare anche loro (gli altri candidati Battisti e Merli, oltre che la stessa Diamantini, ndr), dopo aver dichiarato di proporre un confronto senza “colori”, ritengo che la Presidente Maiolatesi debba delle scuse non solo a noi ma anche alle cittadine e ai cittadini di Senigallia che nelle nostre idee si riconoscono. È gravissimo un tale atteggiamento discriminatorio che altro non fa che confermare la mia convinzione che il corporativismo va a braccetto con certi altri “colori”. Se così fosse, la discriminazione sarebbe chiara e netta, come lo schieramento di questi professionisti. D’altra parte, centrodestra e centrosinistra sono sempre più due facce della stessa medaglia».
Ma la candidata di Senigallia Resistente va anche oltre ipotizzando che possa esserci stata anche un’altra discriminazione: «Qualora invece l’unica a non essere stata invitata fossi io la censura e la discriminazione sarebbe ancor più grave essendo l’unica candidata donna».
«Certo è che – continua con le ipotesi – se gli inviti alla festa sono finalizzati solo ad interessi personali, escludermi dalla passerella risulterebbe una scelta antidemocratica ma coerente, e per me un motivo di orgoglio. Se invece dovesse essersi trattato di una mera conta delle probabilità sulle possibilità di vittoria alle elezioni, mi chiedo se gli architetti non abbiano acquisito anche competenze divinatorie: in tal caso, li invito io a venire a Senigallia per sentire l’aria che tira».
«In ogni caso noi di Senigallia Resistente stigmatizziamo non solo il comportamento discriminatorio e antidemocratico dell’Ordine degli Architetti, ma soprattutto di non aver onestamente comunicato chi era stato invitato e chi no».