SENIGALLIA – Dei 18 rilievi sollevati dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, 12 sono stati chiariti e archiviati, altri 6 finiranno alla Corte dei Conti che potrà aprire procedimenti oppure no e tutto potrebbe risolversi con un nulla di fatto. È quanto annunciato ieri in Commissione dal sindaco di Senigallia Maurizio Mangialardi chiarendo una vicenda che si protrae dalla primavera 2016 e che solo il mese scorso è stata chiusa, almeno parzialmente.
I rilievi degli ispettori del Ministero dell’Economia e delle Finanze che, da aprile a maggio 2016, hanno sviscerato i vari capitoli di bilancio e le varie attività dell’amministrazione comunale riguardavano l’affidamento degli incarichi dirigenziali, le mancate valutazioni dell’operato per la retribuzione di risultato, le condotte elusive rispetto agli obblighi del patto di stabilità, le anticipazioni di somme vincolate e anche gli equilibri di bilancio.
Il primo cittadino non ha chiarito i 18 rilievi sollevati, ma ha dato una lettura politica e amministrativa della vicenda. L’accusa di Mangialardi è rivolta a quella parte di politica che ha subito puntato il dito senza conoscere davvero la questione né senza aver contestualizzato a livello normativo le irregolarità contestate dal Mef. Un clima quasi di condanna – ha spiegato il sindaco – c’era in quel periodo per un’attività ministeriale considerata di routine. Sospetti, tensioni, cattiverie che il sindaco ha definito «imbarazzanti per chi le mette in atto e scoraggianti per la comunità» hanno appesantito il clima senigalliese nonostante le verifiche fossero avvenute in tutta Italia; «solo da noi però hanno preso una piega insopportabile, come se dovessimo nascondere qualcosa al Mef».
Rilievi e accertamenti utili per l’amministrazione comunale anche per fare luce su alcuni passaggi amministrativi che risalgono anche a 20 anni prima e che lo scorso dicembre sono stati chiariti per la maggior parte con grande soddisfazione del primo cittadino.