SENIGALLIA – «Vogliamo un’organizzazione dialogante, che valorizzi le peculiarità di ciascuna realtà ospedaliera, dove si scambiano le opportunità e non solo i problemi. Questa amministrazione ha scelto sin da subito di puntare sulla qualità dei servizi offerti». L’affermazione è del presidente della Regione Marche Luca Ceriscioli al termine di un incontro sui temi della sanità al quale hanno preso parte i sindaci di Senigallia Maurizio Mangialardi, di Jesi Massimo Bacci e di Fabriano Gabriele Santarelli. Affermazione a cui hanno fatto seguito alcune osservazioni dalla spiaggia di velluto, non tanto dal sindaco presente all’incontro, ma da alcune formazioni della città, più o meno politicizzate, che hanno contestato il piano regionale, sicure che Senigallia patirà ancora.
«Parole sante» quelle di Ceriscioli, spiegano alcuni cittadini riuniti sotto il nome del comitato “Quelli dell’Onda”: «Però è stato messo a punto “un massiccio piano di assunzione di nuovo personale”, talmente “massiccio” che per quest’anno la Giunta Regionale (D.G.R. n. 82 del 2019) prevede tagli per 17 milioni sui costi del personale ospedaliero! Per fortuna ci sono i sindaci a confermare l’opportunità di “ragionare per Area vasta”, con un ospedale unico su tre unità operative complesse, senza sovrapposizioni.
Questo sì che è uno spread: spalmare il corpo umano tra Senigallia e Fabriano. E che curiosa rete! Nel web le persone stanno ferme e il software le connette: in quella sanitaria invece è la persona che si muove, scansionata, un piede qua, un fegato là, senza risparmio di benzina, senza risparmio di disagio, adesso però con vistoso risparmio sul personale travestito da “massiccio piano di assunzione di nuovo personale”»!
Nubi all’orizzonte per il distretto sanitario di Senigallia, tuonano dalla lista consiliare Senigallia Bene Comune. «I Sindaci vogliono accelerare il modello organizzativo che prevede l’ospedale unico: ma a quale prezzo per i cittadini di Senigallia? Ma non si fermano lì, i sindaci non vogliono nemmeno la sovrapposizione dei servizi rimasti, praticamente non vogliono l’equità di accesso ai servizi per i loro cittadini, uno dei più bei principi del Sistema Sanitario Nazionale. Quindi succederà che, per non sovrapporre i servizi, ad esempio opereranno il ginocchio dx a Senigallia, il piede sinistro a Fabriano e la spalla dx e sinistra a Jesi (loro sempre un po’ di più!). Allora: che il primo cittadino della nostra ridente cittadina balneare a vocazione turistica vada a ripetizioni dal Professore, ma prima della fine dell’anno scolastico, e comunichi in modo chiaro e trasparente a tutti i suoi cittadini quali sono i servizi che non verranno più garantiti dall’Ospedale di Senigallia ma da altro ospedale».