SENIGALLIA – Un anno di reclusione a un poliziotto che ha sparato un colpo di pistola durante una lite condominiale. I fatti risalgono al 2017 quando l’uomo e altri due condomini – padre e figlio – si sono dati appuntamento in garage per discutere di un danno subito dall’auto dell’agente. Il chiarimento però è finito prima con dei pugni in faccia, poi con un colpo di pistola che, solo per fortuna, non ha colpito nessuno dei presenti e infine con una condanna in tribunale.
La discussione nei locali comuni del garage condominiale si è accesa subito: l’agente ha sostenuto, tramite il suo legale, di essere stato colpito al volto da uno degli altri due condomini e solo allora di aver estratto la pistola di ordinanza, chiamando al contempo la centrale per richiedere l’intervento di una volante.
Prima dell’arrivo della “pantera” però si è consumato l’episodio che ha portato poi la questione nell’aula del tribunale di Ancona: dalla pistola è partito un colpo che, dopo aver toccato il pavimento, si è andato a conficcare sulla porta di un garage, senza fortunatamente colpire alcuno dei presenti.
Secondo la Procura il colpo di pistola è stato esploso dal poliziotto per minacciare i due antagonisti (reato di minaccia ex art. 612 comma 2) dato che ha portato la pistola con sé fuori dall’orario di servizio (accensioni ed esplosioni pericolose ex art. 703 cp), chiedendo quindi la condanna alla pena complessiva di 2 anni ed 1 mese di reclusione.
La tesi difensiva del poliziotto riferita in tribunale è di non aver mai voluto minacciare nessuno, di aver portato con sé la pistola anche fuori dall’orario di servizio come da circolare del ministro Minniti e di aver sparato accidentalmente, solo perché inciampato involontariamente su un gradino del garage.
Il tribunale penale di Ancona ha condannato l’agente alla pena di 1 anno di reclusione, e la difesa ha già fatto sapere che attenderà il deposito della motivazione della sentenza per proporre appello contro la condanna per il reato di minaccia.