Senigallia

«Tante difficoltà per i disabili»: l’appello di una mamma ai candidati di Senigallia

La madre di un ragazzo con disabilità racconta le problematiche di ogni giorno fuori di casa ed esorta i politici in corsa per divenire sindaco per rendere accessibile la città a suo figlio

Uno dei tanti marciapiedi di Senigallia inaccessibili ai disabili
Uno dei tanti marciapiedi di Senigallia inaccessibili ai disabili

SENIGALLIA – «A scuola non ci sono ostacoli, la dirigente scolastica ha fatto davvero molto per eliminarli e renderla accessibile soprattutto ai disabili, ma il problema è fuori, praticamente ovunque: per mio figlio è impossibile muoversi e di conseguenza essere indipendente». A parlare così è la mamma di un ragazzo disabile di Senigallia che denuncia enormi carenze per quanto riguarda l’eliminazione delle barriere architettoniche. La stessa, però, che guarda al futuro con fiducia.

«Mio figlio sta crescendo, io e mio marito cerchiamo di renderlo il più possibile autonomo: potrebbe per esempio tornare a casa da solo ma se all’interno dell’istituto scolastico la situazione è buona, non lo è altrettanto all’esterno. A partire dal marciapiede. Di fatto non gli è possibile muoversi se non in strada, e correndo, di conseguenza, grossi rischi».

I marciapiedi sono molto spesso dissestati a causa delle varie buche o delle radici degli alberi; in tanti punti della città non ci sono le rampe per la salita o discesa dal marciapiede. Per non parlare poi degli edifici che non presentano ancora un accesso per i disabili o che non riparano i montascale quando si guastano. Come se non bastasse, spesso sui marciapiedi ci finiscono le auto, gli scooter o le biciclette parcheggiate senza lasciare gli spazi adeguati al passaggio, o persino i bidoni della spazzatura.

Uno dei tanti marciapiedi di Senigallia inaccessibili ai disabili
Uno dei tanti marciapiedi di Senigallia inaccessibili ai disabili

Comportamenti e carenze che rendendo davvero difficile il transito. «E’ un quadro sconfortante per le famiglie con un componente disabile ma in realtà la questione riguarda tutti perché di fatto sono impercorribili anche da una mamma col passeggino o da chi ha difficoltà a deambulare come le persone anziane. Per qualcuno però questa condizione è passeggera e magari non va a protestare se c’è un ostacolo sul suo cammino: passa in strada e va avanti; ma per chi deve conviverci tutta la vita è desolante» spiega ancora la donna.

Il laboratorio analisi dell'ospedale di Senigallia
Il laboratorio analisi dell’ospedale di Senigallia

L’altro ieri, mercoledì 16, «avevamo un prelievo al laboratorio analisi dell’ospedale di Senigallia – racconta la mamma l’ultimo episodio in termini di disagi ai disabili. Mio marito e mio figlio arrivano davanti i gradini per poter usare il montascale quando una persona della struttura ci invita a non farlo, perché era scomodo e li ha indirizzati a pediatria o al centro trasfusionale. Solo in seguito abbiamo saputo che il montascale non è funzionante (fatto confermato anche dall’operatrice del centralino all’ospedale di Senigallia in data 18 settembre, Ndr). In queste situazioni ti senti come un appestato, e non capita di rado: c’è una discriminazione sistematica, un insulto continuo alla dignità delle persone».

«Io cerco di spiegare a mio figlio che queste situazioni non sono frutto di cattiveria ma di un problema culturale: fino a pochi anni fa i disabili erano per lo più rinchiusi in casa. Solo negli ultimi tempi si parla di autonomia delle persone con disabilità e si cerca l’inclusione; molte infrastrutture quindi non risultano ancora accessibili, ma è una questione di sensibilità prima ancora che un ostacolo fisico».

La signora guarda però con fiducia al futuro e si appella ai vari candidati a sindaco perché la situazione possa cambiare dopo il 22 settembre: «Io spero che dopo le elezioni, chiunque vinca, si possa davvero iniziare un percorso per risolvere i problemi dei disabili. Sono sicura che il mondo possa cambiare atteggiamento, voltandosi verso l’inclusione e non dall’altra parte. Bisogna scavalcare i limiti che ci sono e che non sono più così poco evidenti come forse lo erano prima: non è giusto per mio figlio, non è giusto per tanti altri come lui».