SENIGALLIA – Approfittando della necessità di trovare lavoro da parte di alcuni connazionali, quel gruppo organizzato li arruolava inducendoli a trasportare in modalità intracorporea ovuli di eroina pura, che sul mercato nazionale avrebbero quadruplicato il proprio peso, data l’elvata purezza della droga. L’attività di traffico e spaccio della sola sostanza rinvenuta e sequestrata avrebbe permesso di guadagnare somme di denaro dell’ordine di un milione di euro, tre volte il valore di acquisto della droga pura. Il personale della sezione investigativa del Servizio centrale operativo di Ancona, con la collaborazione del Commissariato di Senigallia, del Reparto di prevenzione crimine Umbria-Marche, delle Unità cinofile della Questura di Ancona e del personale della Squadra Mobile di Verona, assieme ai poliziotti del Servizio centrale operativo che ne ha curato il coordinamento, alle prime luci dell’alba di oggi (23 agosto) hanno eseguito due ordinanze di custodia cautelare in carcere e un aggravamento della misura degli arresti domiciliari con quella della custodia in carcere nei confronti di tre stranieri.
I provvedimenti
I provvedimenti sono l’epilogo di un’inchiesta stralcio che ha avuto avvio nell’ambito di un’articolata attività di indagine durante la quale sono già stati arrestato altre 20 persone, quasi tutti stranieri, dediti al traffico internazionale di eroina, secondo l’ipotesi di accusa. Tra gli arrestato oggi c’è di nuovo l’uomo ritenuto tra i vertici dell’organizzazione, già sottoposto agli arresti domiciliari in una località del Nord Italia. Oltre all’arresto in flagranza dei vari soggetti, aventi diversi ruoli nel sodalizio, tra cui ovulatori, sono stati posti sotto sequestro circa quattro chili di eroina. I provvedimenti presi sono l’ultimo tassello di un lavoro di ricostruzione investigativa operato dal personale della Sezione criminalità organizzata della Squadra mobile dorica, ora Sisco (Sezione investigativa del Servizio centrale operativo) in sinergia con quello del Commissariato senigalliese, per disarticolare il gruppo criminale, attualmente smembrato, grazie a tutti i provvedimenti restrittivi emessi dall’Autorità giudiziaria. Gli accertamenti successivi coordinati dalla Procura dorica sono culminati con l’emissione, da parte del gip, delle custodie in carcere degli ultimi soggetti ancora in stato di libertà, sulla scorta di tutti gli elementi raccolti nella fase investigativa.