Senigallia

Troppi bambini al tempo pieno, l’ufficio scolastico autorizza due classi a tempo normale

Alla primaria sono più i nuovi alunni del tempo pieno che quelli del tempo normale, ma dal provveditorato agli studi arriva un'indicazione diversa per il nuovo anno scolastico

La scuola primaria Giovanni Pascoli di Senigallia
La scuola primaria Giovanni Pascoli di Senigallia

SENIGALLIA – Alla scuola primaria Pascoli sono iscritti per il prossimo anno scolastico 38 bambini per la prima classe della primaria a tempo pieno e 14 per la prima con il tempo normale. Ma dall’Ufficio Scolastico Regionale è arrivata l’autorizzazione a fare una prima classe a tempo pieno e due classi a tempo normale. E ciò ha scatenato le polemiche.

Innanzitutto la forte presa di posizione della dirigente dell’istituto comprensivo Senigallia Centro – Fagnani, di cui la Pascoli fa parte, Rita Bigelli. Ma poi anche quella dei genitori che hanno promesso di voler andare fino in fondo a questa storia.

È la prima volta, da quando Bigelli è dirigente dell’istituto senigalliese (e ormai a pochi mesi dalla pensione), che si verifica una simile disparità tra gli iscritti (al tempo pieno e al tempo normale) e le classi autorizzate. Disparità che si trasforma per i genitori nella possibilità concreta di dover far passare il proprio figlio al tempo normale nonostante l’iscrizione già effettuata nei primi mesi dell’anno.

Dal dirigente dell’Ufficio scolastico di ambito territoriale per la provincia di Ancona (ex provveditorato agli studi) Luca Galeazzi però non sono arrivate al momento disposizioni diverse da quelle comunicate precedentemente.

Confermata quindi l’organizzazione dell’anno scolastico 2018/2019, per i genitori scatta l’ora della “mobilitazione”. Dopo un incontro con la dirigente Bigelli – la quale aveva invitato anche il sindaco Maurizio Mangialardi e l’assessore all’istruzione Simonetta Bucari – papà e mamme dei bambini iscritti alla scuola primaria Pascoli hanno deciso di voler costituire una delegazione che andrà a parlare con il dirigente dell’Usr Galeazzi per provare a risolvere una situazione che definiscono ingiusta. Una delle tante che si sono create con la legge sulla cd. “buona scuola”.