Consegnate alle autorità le firme raccolte a Serra de’ Conti per opporsi alla creazione di un centro di accoglienza straordinario da circa 100 migranti. Il piccolo paese dell’alta vallata del Misa teme gravi ripercussioni a livello economico e sociale e sta tentando in tutti i modi di creare dibattito sul tema data l’assenza di comunicazioni formali da parte delle istituzioni.
Ben 561 le firme raccolte in poche settimane dal “Comitato 13 marzo” che ha annunciato di averle formalizzate, «inviandole a Prefettura, Provincia di Ancona e al Comune di Serra De’ Conti. A quest’ultimo abbiamo chiesto collaborazione su alcuni punti».
Nei giorni scorsi si era svolto anche un incontro in frazione Osteria per dare informazioni sul futuro dell’ex hotel de’ Conti: sarà quella la sede del CAS che potrebbe potenzialmente ospitare fino a cento migranti e richiedenti asilo.
«Un CAS di tali proporzioni è del tutto incoerente con la storia e la tradizione solidale di Serra de’ Conti, che ha sempre accolto famiglie e piccoli gruppi di migranti in una prospettiva di aiuto e integrazione» spiegano dal comitato costituitosi recentemente. Il motivo è l’alta concentrazione di persone straniere in un piccolo paese di appena 3650 abitanti.
Praticamente un cittadino su sette si vuole opporre al progetto. Ma non si tratta di un’opposizione fine a se stessa, quanto di rimodulare il numero e le modalità scegliendo un modello di accoglienza diffusa sul territorio.
Altro nodo è il possibile rischio di incuria verso gli ospiti che fuggono da miserie, guerre e difficoltà. Situazioni che potrebbero verificarsi soprattutto in caso di grandi realtà che gestiscono numerosi centri e anche perché le Marche hanno già visto capitare fatti simili: è accaduto nelle vicine Fratte Rosa e Ostra Vetere.
All’orizzonte si stanno studiando destinazioni d’uso alternative dell’immobile ex hotel de’ Conti: tra queste un centro residenziale diurno; una struttura socio-sanitaria per cittadini e famiglie con qualche difficoltà non grave; un Caffè Alzheimer.