SENIGALLIA – «Quello che è successo sette anni fa non dovrà più succedere». È il monito dell’amministrazione comunale senigalliese nel giorno in cui tutta la vallata ricorda l’alluvione del 3 maggio 2014. Un giorno particolarmente doloroso per la spiaggia di velluto e per i comuni limitrofi interessati: l’esondazione del fiume Misa causò quattro morti e circa 180 milioni di euro di danni, mettendo intere famiglie in ginocchio. A distanza di sette anni, oltre alle istituzioni, anche tanti cittadini stanno ricordando quei momenti con una lunga condivisione di foto sui canali social.
Un ricordo condiviso innanzitutto dall’amministrazione comunale con i sindaci della vallata: il primo cittadino di Senigallia si è incontrato con i colleghi per ribadire l’impegno che va preso in comune accordo, per agire nella stessa direzione, per onorare le vittime ed evitare che si ripetano tragedie simili. Accordo che prevede la messa in sicurezza, come già sta avvenendo da tempo, del fiume Misa.
«Il rifacimento di alcuni tratti degli argini e la consegna del nuovo ponte non ci consentono di dire che la città sia sicura – spiega l’amministrazione Olivetti -. La zona alla foce è ancora estremamente pericolosa e il resto degli argini non sono da considerarsi “sicuri”. E poi non dimentichiamo i fossi che attraversano il nostro territorio comunale. Proprio in questi giorni gli uffici del comune in accordo con i tecnici del Consorzio di Bonifica stanno verificando lo stato dei fossi cittadini. Per la prevenzione e l’allertamento della popolazione stiamo lavorando con progetti finanziati dal Comune, sembrano meno importanti perché sono piccole somme ma sono molto importanti dal punto di vista strategico ed operativo».
Sul fronte regionale, dopo anni passati a rimuginare su cosa sia necessario e cosa sia concretamente realizzabile, è stato avviato poche settimane fa un tavolo tecnico permanente. Un altro, uno nuovo dopo quelli annunciati nel corso di questi sette anni. E sempre dalla Regione Marche arrivano notizie circa l’imminente realizzazione delle “casse d’espansione di Brugnetto”, un’imminente realizzazione che è in fase di gestazione da decenni.
Oltre alla memoria, l’amministrazione Olivetti però attacca le precedenti giunte di Comune e Regione espresse dal centrosinistra: «Non si possono cancellare trent’anni di rallentamenti – è l’affondo politico – quello che è stato fatto dopo gli eventi alluvionali del 2014 è il minimo di quello che bisognava fare. C’è una responsabilità della politica, in generale, di avere per tanto tempo sottovalutato e sottostimato un’emergenza del territorio che ha causato tanto dolore e danni incalcolabili a cittadini, famiglie e attività economiche».
Il 3 maggio 2014 è per Senigallia una data scolpita nella memoria. Molti i cittadini che hanno voluto ricordare quei momenti condividendo immagini e fotografie di una Senigallia annegata dalla potente alluvione. La corrente alimentata da forti piogge riversò in strada, nelle cantine e nelle abitazioni, nelle scuole e negli uffici milioni e milioni di metri cubi di acqua e fango, portando con sé detriti, auto, bidoni, rifiuti e carcasse di animali. Una strage che continuò nei giorni successivi quando le strade vennero invase da mobili, beni, ricordi infangati.
Il coordinamento che riunisce i comitati nati dopo l’alluvione del 3 maggio 2014 ripercorre gli anni di battaglia, portata avanti non solo per «ricordare quello che è stato probabilmente il più grande disastro nella storia recente della nostra città», ma per «cercare di rendere giustizia ai morti e ai tanti danneggiati dall’alluvione ed evitare il ripetersi di eventi del genere». Una battaglia condotta spesso senza tanto supporto, «ignorati da coloro che avrebbero dovuto aiutarci e rappresentarci». L’attività non si è fermata. «Con tanta fatica siamo comunque riusciti a costituirci parte civile nel procedimento penale in corso. Anche qui non abbiamo avuto vita facile, tra irregolarità e lungaggini varie dopo 7 anni ci siamo trovati a dover ancora iniziare il processo vero e proprio». Questo processo (otto i rinviati a giudizio) ci sarà ed avrà luogo il prossimo 29 settembre al tribunale di L’Aquila. «In parallelo – concludono dal coordinamento dei comitati alluvione 3 maggio 2014 – stiamo ancora cercando di organizzare la mediazione con Comune e Regione, confidenti che le nuove amministrazioni cittadina e regionale siano meglio disposte nei confronti delle precedenti. Questo è il nostro modo di non dimenticare l’alluvione del 3 maggio 2014».