SENIGALLIA – «Non vogliamo sindaci che mandano pec, ma che aiutano a risolvere problemi. Per le responsabilità ci sarà tempo». Questa la reazione del partito democratico senigalliese all’intervento del sindaco Olivetti circa i fatti alluvionali ricostruiti nel consiglio comunale di giovedì 29 settembre. Ma è solo uno dei commenti che arrivano dalla sponda dell’opposizione, tra proteste e proposte.
A prendere la parola per il PD durante l’assise è il capogruppo Dario Romano ma la linea dem è quella dell’attacco. «Dobbiamo registrare, con imbarazzo, l’intervento di un sindaco sempre più intento a diventare nuovamente avvocato, che parla di carteggi, di PEC, di segnalazioni, che però negli scorsi due anni nessuno del consiglio comunale ricorda o è a conoscenza». «Un sindaco tutto sulla difensiva e che non ha avuto un minimo di empatia e trasporto verso la tragedia che ha colpito Senigallia e l’intera vallata del Misa». Dal PD emerge preoccupazione. «Le parole di Olivetti, che definisce “Senigallia alla frutta”, dimostrano che il primo cittadino e la sua giunta hanno perso l’orientamento, non riescono a trovare una direzione da prendere per iniziare ad affrontare i gravissimi problemi che stanno affrontando tante famiglie e imprese. Sono invece necessarie idee precise e proposte efficaci. Il nostro lavoro è solo all’inizio – concludono – e proporremo tutto ciò che serve per far risplendere la nostra Senigallia come non mai».
Sempre dalla minoranza è intervenuta Stefania Pagani, capogruppo della lista Vola Senigallia per parlare di unità: «Si deve affrontare la situazione del dopo-alluvione con grande senso di responsabilità e competenza e con uno sforzo collettivo da parte della pubblica amministrazione tutta. C’è la necessità urgente di guardare avanti, alle cose da fare, alle opere da mettere in campo. Lo spirito unitario, sottolineato dal voto di tutto il consiglio che ha approvato la mozione presentata dalla minoranza e la risoluzione presentata dalla maggioranza, che prevedono provvedimenti concreti a sostegno delle famiglie e imprese alluvionate, è un buon auspicio. Ma l’unanimità deve servire non a colmare soltanto insufficienze quanto a ottenere per la comunità un intervento fattivo in grado di andare oltre l’emergenza». E ancora: «La forza di volontà, la caparbietà dei cittadini deve trovare nei gruppi dirigenti una sponda determinante. Il Comune deve far sentire la propria voce, insieme ai propri cittadini, alla società civile in tutte le sue diramazioni, alle autorità regionali e nazionali».
Secondo il capogruppo di Amo Senigallia Gennaro Campanile, in FOTO, il «sindaco ha fatto la vittima quando è il momento di essere propositivi. Ci si aspettava un resoconto dettagliato della situazione attuale e dello stato delle infrastrutture, un po’ di numeri, l’indicazione delle linee operative impartite, un incoraggiamento ai cittadini, qualche indicazione sulla “visione” che ha l’amministrazione di destra sulla gestione futura del territorio. Invece niente di tutto questo, ma una lamentela continua sulle inadempienze degli altri o del sistema, nessuna autocritica ed un po’ di autocelebrazione nel ricordare le tante mail/pec inviate a tutti, ma se si limita alla burocrazia è un sindaco a metà». Ma Campanile va oltre l’attacco, suggerendo all’amministrazione comunale alcuni spunti su cui lavorare: dalla questione dei dirigenti in grado di assumersi responsabilità alla condivisione con i comuni della vallata Misa/Nevola della protezione civile, dalla gestione del territorio all’allertamento della popolazione, fino al tema della viabilità nel centro storico dopo la chiusura di ponte Garibaldi. Altri nodi sono le vasche di espansione, che potrebbero trasformarsi invece in un parco fluviale del Misa, e la perequazione, quel sistema di incentivi consistenti per l’abbandono delle aree a rischio. Temi su cui il sindaco «non ha detto nulla, in perfetto stile olivettiano. Forse sanno qualcosa gli assessori o i consiglieri di maggioranza ma tutti hanno taciuto (come sempre)» conclude ironicamente.