Senigallia

Sileri a Senigallia: «600 mila interventi rimandati a causa della pandemia»

Il sottosegretario alla Salute, intervenuto alla Rotonda a mare per un congresso oncologico, ha parlato di tenuta del sistema sanitario nazionale e di variante sudafricana

Il sottosegretario alla salute Pierpaolo Sileri a Senigallia
Il sottosegretario alla salute Pierpaolo Sileri a Senigallia

SENIGALLIA – Si è tenuta alla Rotonda a mare di Senigallia la tredicesima edizione del congresso Marcangolo, uno dei più importanti appuntamenti di oncologia marchigiana, alla presenza di numerose autorità politiche e scientifiche, tra cui il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri. Il convegno è stato organizzato per approfondire le conoscenze sull’approccio terapeutico integrato e sulle principali novità terapeutiche in campo oncologico, con particolare riferimento alle neoplasie, ma con l’occasione si è anche parlato di riforma del sistema sanitario nazionale, di vaccini e di pandemia.

L’esponente del governo Draghi ha spiegato che questa «quarta ondata covid sta rallentando l’attività degli ospedali di tutto il paese», portando verso nuove restrizioni come il Super green pass, appena varato, verso l’attivazione delle cure vaccinali anche per le fasce pediatriche, ma anche verso lo stanziamento di importanti risorse economiche per la sanità pubblica. «Sono circa 600 mila gli interventi rimandati in campo sanitario e medico a causa della pandemia, buona parte dei quali riguarda il settore oncologico». Le persone hanno meno opportunità per le diagnosi precoci, arma fondamentale per la cura dei tumori, e la scarsità di spazi, personale e strumentazioni porta un ritardo nella scoperta e nell’approccio alla malattia, spesso in stadio già avanzato. Il che rende tutto molto più complicato. Da qui la necessità di agire su più fronti.

Relatori e ospiti del XIII congresso Marcangolo svoltosi alla rotonda di Senigallia
Relatori e ospiti del XIII congresso Marcangolo svoltosi alla rotonda di Senigallia

Uno è quello del percorso verso il nuovo piano oncologico nazionale, che prevede tutta una serie di azioni per un «follow up completo dal primo accesso alla cura o agli ultimi istanti di vita»: verranno stanziati i soldi derivanti dal Pnrr e altre risorse statali che sovvenzioneranno il fondo sanitario nazionale con oltre 14 miliardi di euro in più. Una cifra importante spiega Sileri, soprattutto se raffrontata con il passato: «Veniamo da anni di sottofinanziamenti – ha detto – se non di veri tagli alla sanità: oggi i soldi ci sono e i territori devono farsi trovare pronti con progetti e strategie di vicinanza ai pazienti oncologici». Il riferimento è all’invito di mons. Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia Accademia per la Vita, a non lasciare soli e non abbandonare i malati oncologici o gli anziani nelle strutture, dato che per prima cosa sono persone che hanno bisogno di conforto, sostegno e cure.

L’altro fronte è quello della battaglia al covid, per non dover chiudere ulteriormente spazi di vita sociale e soprattutto non dover trasformare in zone covid i reparti tradizionali. «Se l’Italia, nonostante l’avanzare della pandemia, è ancora in condizioni migliori rispetto ad altri Paesi europei – ha riferito Sileri – questo è dovuto al coraggio delle scelte che abbiamo preso sui vaccini e sul Green pass. Inoltre, il nuovo Super green pass ci permetterà di attraversare la quarta ondata senza grossi problemi e impedendo chiusure». Insomma i nuovi provvedimenti permetteranno di mettere in sicurezza il paese. «Stiamo inoltre attendendo il via libera dell’Aifa per la vaccinazione dei bambini tra i 5 e gli 11 anni che eviterà la circolazione del virus e metterà al sicuro anche la fascia pediatrica, mentre per quanto riguarda il personale sanitario è scattata l’obbligatorietà della terza dose dato che si sono registrate delle infezioni tra coloro che sono in prima linea e che hanno completato il ciclo vaccinale tempo fa».

Pierpaolo Sileri
Pierpaolo Sileri

A complicare la situazione potrebbero pensarci i no vax e la nuova variante individuata in sud Africa. Per quanto riguarda quest’ultima, Sileri riporta a margine del congresso di Senigallia che «al momento non ci sono dati sufficienti che ci indichino innanzitutto la trasmissibilità e in secondo luogo se la variante eluda o meno i vaccini attualmente disponibili. È chiaro che allora sarebbe un problema: al momento è presto e non è presente in Italia, ma va attenzionata».
Sul fronte no vax, la strada è quella del dialogo per individuare quelle sacche di resistenza non dovute a una refrattarietà ai vaccini ma alle normali preoccupazioni. In questi casi può intervenire il medico di medicina generale che conosce la persona e può spiegare con calma le evidenze scientifiche e i vantaggi. «Certo è che uno zoccolo duro di persone che non si vaccineranno ci sarà, c’è sempre stato, come la storia insegna. Oggi è forse accentuato da un utilizzo spregiudicato dei social e della comunicazione che manda in giro comunicazioni non veritiere», ha concluso il sottosegretario Sileri.

La professoressa Rossana Berardi, ordinario di oncologia medica e direttore della clinica oncologica degli Ospedali Riuniti di Ancona, responsabile scientifica del congresso insieme al dottor Renato Bisonni, direttore UOC di oncologia medica all’ospedale civile Murri di Fermo, ha approfondito le questioni di carattere scientifico: «Le novità di questo ultimo anno sono diverse e molto significative nell’approccio terapeutico. Cito, ad esempio, il caso dell’immunoterapia che sta guadagnando sempre più spazio in diversi ambiti oncologici. È il caso del tumore al polmone per cui abbiamo avuto la conferma di una sopravvivenza importante, come dimostra lo studio Pacific sul tumori al terzo stadio o gli studi di chemio-immunoterapia con pembrolizumab o gli studi con combinazioni di doppia immunoterapia con nivolumabe e ipilimumab nella malattia avanzata».
Altro esempio citato dalla professoressa Berardi, le evidenze sempre più chiare del beneficio degli inibitori delle CiclineChinasi sul tumore della mammella, in grado di rendere la malattia, anche in fase metastatica, controllabile per anni. Un ulteriore esempio, l’approvazione, per la prima volta – ed è una rivoluzione di paradigma nel campo oncologico – di due farmaci agnostici, vale a dire non usati per un tipo specifico di tumore ma per colpire un bersaglio che si chiama NTRK. I pazienti che presentano una malattia, qualunque essa sia, purché NTRK sia positivo, possono accedere a questi farmaci. «Forse si perde un po’ di vista il tumore primitivo ma possiamo contare su un approfondimento molecolare che ci permette di aprire nuove opportunità in tutti i tipi di tumore, da quelli più difficili a quelli più rari», dice ancora la professoressa Berardi.

Si è fatta infine più forte, in questo 2021, la «necessità di una profilazione biomolecolare, la quale fa sì, prosegue la professoressa Berardi, che, per inquadrare la strategia terapeutica, si debbano possedere non solo informazioni sulle condizioni cliniche o sullo stadio della malattia, ma occorre poter contare su un profilo esteso di mappatura genetica che ci permetta di capire se ci sono mutazioni dei bersagli che possono essere colpiti». In questo senso è risultato decisivo nella nostra regione il MolecolarTumor Board nel contesto del Centro Oncologico e di Ricerca delle Marche CORM, la cui attivazione ha permesso la valutazione di oltre 25 pazienti provenienti da tutte le oncologie marchigiane. «Con la profilazione biomolecolare siamo riusciti a non far spostare neppure un paziente ma solo i campioni».

«Anche quest’anno – ha chiuso il dottor Bisonni – Marcangolo è stato aperto anche in via telematica alle associazioni della Marcangola, la rete delle associazioni oncologiche regionali, ed ora è possibile seguirlo sulle pagine facebook ‘Oncologia Marche comunicare il cancro’, dove partecipano le associazioni di volontariato che ci hanno supportato in questo anno difficile di pandemia».

Il pubblico del XIII congresso Marcangolo svoltosi alla rotonda di Senigallia
Il pubblico del XIII congresso Marcangolo svoltosi alla rotonda di Senigallia