SENIGALLIA – «La situazione della sanità territoriale non più sostenibile, dalla costa all’entroterra, e l’organizzazione sanitaria non riesce più a garantire adeguatamente le prestazioni sanitarie, con particolare riferimento ai soggetti più deboli: anziani, disabili e malati psichici». E’ il grido di allarme dei sindacati Cgil, Cisl Uil di Senigallia che tornano finalmente a farsi sentire su una materia da anni al centro del dibattito cittadino per una serie di problemi che si fa fatica a risolvere.
A partire dalle liste d’attesa con tempi intollerabili, per continuare con la carenza di organici nei CUP e con il piano sulla cronicità, con la legge regionale sulla non autosufficienza e sull’invecchiamento attivo; e poi «l’impossibilità in alcune zone di erogare prestazioni sanitarie minime», come prelievi e le visite; la grave carenza della continuità assistenziale (guardia medica); l’ormai cronica carenza di personale medico strutturato; il mancato potenziamento delle attività di Assistenza domiciliare integrata (ADI). Senza contare le croniche criticità dell’ospedale di Senigallia, con «occupazione dei posti letto in modo improprio per carenza di altre strutture»; il piano di distribuzione e potenziamento delle case e ospedali di comunità che non prevede una casa di comunità HUB a Senigallia, «unico Comune capofila a non averne»; la mancata attivazione di un ospedale di comunità a Senigallia nonostante la notevole dimensione della città e il progetto di immediata fattibilità presentato alla Regione.
Ma i sindacati vanno ancora oltre, evidenziando la necessità di orientare i medici di medicina generale a operare all’interno delle case di comunità di Serra de’ Conti, Ostra, Trecastelli, Ostra Vetere, «dove ancora non si vedono né l’implementazione e né l’avvio della loro realizzazione». Alla carenza di personale, già citata, le sigle sindacali aggiungono anche il sottodimensionamento delle risorse umane, dei servizi territoriali specialistici Umee e Umea e il sottodimensionamento del consultorio familiare, che porta dunque a richiedere con forza un massiccio piano di assunzioni, anche per rendere capillare ed efficace la rete di emergenza – urgenza, in modo da «integrare l’attività dei pronto soccorso ospedalieri con quella del sistema 118».
Tanti temi che le tre sigle hanno evidenziato in più occasioni, a tutti i livelli – dicono – compreso l’incontro avvenuto il giorno 8 maggio con tutti i sindaci, con il coordinatore d’ambito ATS n. 8 Dott. Mandolini e il direttore di Distretto Sanitario, dott. Marini. In quella sede «si è concordato di elaborare e sottoscrivere un documento sulla sanità locale» per poter risolvere i problemi che l’affannano. Ma ancora non si è visto nulla. Da qui l’appello al sindaco di Senigallia perché «convochi urgentemente tutti i soggetti interessati». Altrimenti Cgil, Cisl e Uil prenderanno le più opportune iniziative per riportare all’ordine del giorno questo diritto costituzionale.
A questa minaccia di protesta fa seguito l’intervento del capogruppo Pd in consiglio comunale Dario Romano: «Mentre il sindaco Olivetti si dedica a un vero e proprio tour tra i commercianti in vista del raduno Harley Davidson (ma non esistono un’assessora al turismo e uno alle attività economiche per questo?), un documento sulla disastrosa situazione sanitaria locale giace dimenticato sulla sua scrivania da settimane. Si tratta di un atto che fotografa la grave crisi che colpisce la nostra sanità. Un documento che chiederebbe alla Regione di attivarsi subito per dare le risposte che servono ai territori delle valli del Misa e del Nevola. Sono settimane che il sindaco tace sul documento, alimentando, sembra, la frustrazione di amministratori e sindacati. Un comportamento inspiegabile, se non alla luce delle imminenti elezioni amministrative ed europee. Se così fosse, sarebbe davvero preoccupante. Per questo, chiediamo al sindaco Olivetti di agire con celerità su questo atto al fine di dare un segnale forte per la tutela della salute di tutti i cittadini della nostra valle, senza distinzioni politiche».