Senigallia

Utic, ancora nessuna rimodulazione tra Senigallia, Jesi e Fabriano

Anche l'Unità di terapia intensiva cardiologica cittadina al centro della seduta del consiglio regionale di domani, lunedì 17 giugno grazie all’interrogazione del consigliere del Movimento 5 Stelle Piergiorgio Fabbri

L'utic dell'ospedale di Senigallia
L'utic dell'ospedale di Senigallia

SENIGALLIA – Si discuterà anche della situazione dell’ospedale di Senigallia e in particolare del reparto di cardiologia e dell’Utic durante la seduta del consiglio regionale di domani, lunedì 17 giugno (qui l’intero Odg). Se ne parlerà grazie all’interrogazione n. 807 con cui il consigliere del Movimento 5 Stelle Piergiorgio Fabbri chiederà al presidente della Giunta Ceriscioli lo stato di attuazione della redistribuzione di posti letto dell’Unità operativa di cardiologia tra le sedi di Senigallia, Fabriano e Jesi.

A seguito infatti della trasformazione del reparto di cardiologia – UTIC di Senigallia (con le determine n. 361/2017 e n. 732/2017) in cardiologia a indirizzo riabilitativo, delle successive proteste da varie realtà associative e politiche e della mozione dello stesso Fabbri per il ripristino dell’Utic senigalliese, era stata approvata all’unanimità dal consiglio regionale la risoluzione n.77/18 “Ridistribuzione di posti letto dell’Unità Operativa di Cardiologia tra le sedi di Senigallia, Fabriano e Jesi”.

Lo stabilimento di Senigallia supera la soglia minima di 100 ricoveri/anno con diagnosi di IMA, quello di Jesi è ai limiti previsti dal DM 70/2015, quello di Fabriano, pur non raggiungendo i valori minimi, si ritiene la performance accettabile fino a completamento della rete stradale. Dato questo quadro risulta «proficua e possibile una rimodulazione dell’organizzazione dei posti letto in Area Vasta (poiché consta di un unico Presidio e quindi può prevedere una unica Unità Operativa con posti letto sia di UTIC che di Cardiologia distribuiti nei tre stabilimenti di Fabriano, Senigallia e Jesi in proporzione al volume storico di attività nonché al bacino di utenza servito) purché nell’erogazione delle prestazioni, non si creino situazioni sperequative a danno dello stabilimento di Senigallia».

Risoluzione disattesa per il consigliere che torna quindi a interrogare il presidente della giunta regionale: Ceriscioli dovrà spiegare le ragioni della mancata applicazione a un anno di distanza dall’approvazione in consiglio regionale della risoluzione 77/18, per ciascuno stabilimento di Senigallia, Fabriano e Jesi.