SENIGALLIA – Sta alimentando molte polemiche l’assenza in commissione consiliare dei rappresentanti dell’impresa che gestisce gli impianti sportivi in zona Saline, a Senigallia. La seduta della 4^ commissione permanente – che si occupa di affari sociali, culturali e formativi, turistici, sportivi e diritti – era stata prevista dalla presidente Annamaria Bernardini per il 20 marzo in aula consiliare per l’audizione – come richiesto dal consigliere Campanile – di Annalisa Ambrosi, legale rappresentante della società Saline SC Senigallia S.S.D. a r.l., che gestisce piscina Saline; pista di pattinaggio (pattinodromo Stefanelli); campo di atletica e campi da tennis.
La seduta (ma anche il primo tentativo) è stata disertata dalla ditta Saline Sc Senigallia. Pur avendo fornito le informazioni richieste, l’impresa ha ritenuto che non fosse quella la sede adatta per discutere. Da tempo, invece, chiede un incontro con l’amministrazione comunale per parlare di caro energia e rincari dei materiali che rendono problematico l’avvio dei lavori. Da qui le accuse di mancanza di rispetto verso commissione e consiglieri.
Sulla vicenda è intervenuto il presidente del consiglio comunale Massimo Bello: in una lettera all’impresa ha stigmatizzato «la condotta inusuale, inopportuna e ingiustificata» del soggetto attuatore, a cui è stata affidata la gestione di alcune strutture sportive senigalliesi. «Condotta, quella nei confronti dell’organo di governo consiglio e delle sue articolazioni, che non può essere sottaciuta e su cui è legittimo fare chiarezza».
Accuse prontamente ribattute dalla società Saline SC Senigallia: «Siamo molto rispettosi degli organi istituzionali e, infatti, abbiamo trasmesso alla commissione consiliare ogni informazione che ci è stata richiesta (fruibilità degli impianti, personale impiegato, numero iscritti, ecc.) per consentire lo svolgimento dei lavori per i quali la commissione stessa era stata convocata, ma abbiamo evidenziato come quella sede non era affatto opportuna per un confronto che chiediamo da oltre un anno agli amministratori comunali allo scopo di sbloccare una situazione ormai ferma da troppo tempo».
Al centro dell’incontro da svolgere c’è proprio la riqualificazione degli impianti prevista dall’accordo (ancora da perfezionare) tra società e Comune: gli avvenimenti internazionali e le riflessioni sull’economia «hanno sconvolto gli equilibri economico-finanziari della concessione». A fronte di ciò la società avrebbe, sostiene, «inviato innumerevoli lettere, incaricato consulenti specializzati e ripetutamente chiesto di poter avere un confronto per risolvere, insieme all’amministrazione e nell’interesse della nostra utenza e della cittadinanza, tali gravi problematiche. Purtroppo, non abbiamo ricevuto alcun riscontro, al di là della convocazione della commissione consiliare che, come detto, non ha alcuna competenza per individuare le soluzioni necessarie». Queste le affermazioni della Saline SC Senigallia S.S.D. a r.l.
La società percepisce ogni anno 260mila euro di contributo dal Comune per garantire un servizio pubblico. Ha in carico costi utenze, personale, costi assicurativi, prodotti per la disinfezione dell’acqua della piscina, manutenzione ordinaria. Inoltre, quando verrà sbloccato il progetto di finanza vero e proprio con gli investimenti milionari previsti, ci saranno interventi di manutenzione straordinaria e di ristrutturazione.
Più ampia, almeno rispetto al presidente del consiglio comunale Bello, la visuale del consigliere di Amo Senigallia Gennaro Campanile. L’ex assessore allo sport innanzitutto condanna l’atteggiamento della società sportiva: «Sono “saltate” due convocazioni su due per l’indisponibilità del gestore (una società in cui la UISP svolge un ruolo preminente) che non ritiene la commissione il luogo adatto per il confronto. Si tratta di una decisione legittima (nella convenzione non ci sono obblighi del genere) ma politicamente gravissima perché esclude i cittadini dal sapere direttamente dalla voce dei protagonisti come stiano effettivamente le cose».
Dall’altro lato, però, chiede conto anche al Comune del braccio di ferro in corso. «Se l’amministrazione Olivetti procrastina nel tempo la risposta alle richieste o non vuole darle come strategia per ottenere l’abbandono del gestore e non prendersi alcuna responsabilità, o se il gestore vuole condizioni inaccettabili per gestire la cittadella dello sport che il Comune non vuole accettare, non lo sappiamo. La commissione serve a capire a che gioco stanno giocando i due protagonisti». A conti fatti però, «A rimetterci sono, come al solito in questi casi, i cittadini che non riescono a godere appieno delle potenzialità della cittadella dello sport».