Senigallia

Sopralluoghi nelle aree interne di Misa e Nevola, il centrosinistra accusa: «Entroterra dimenticato»

Dopo alcuni sopralluoghi nelle aree interne di Misa e Nevola, il centrosinistra accusa governi regionale, nazionale e senigalliese di aver «dimenticato l'entroterra»

Alberi, tronchi e detriti nel letto del fiume Misa a Rotiglio di Arcevia
Alberi, tronchi e detriti nel letto del fiume Misa a Rotiglio di Arcevia

SENIGALLIA – A poco più di un anno dai tragici eventi del 15 settembre 2022 e a pochi giorni dal sopralluogo sui territori ancora disastrati, l’amarezza non smette di far sentire i cittadini dell’entroterra abbandonati a se stessi. Questo è ciò che si percepisce dopo il tour sui luoghi della distruzione a Serra de’ Conti e Arcevia. Insieme ai residenti di quelle zone e ad alcuni amministratori, sono state ripercorse le ore di quella tragedia che portò morte e distruzione in quasi tutti i comuni delle valli Misa e Nevola e le opere pubbliche svolte finora.

Opere che, secondo la formazione politica “Diritti al Futuro” e il Partito Democratico, sono assolutamente insufficienti: «per il ripristino della normalità poco o niente è stato fatto, ad eccezione della rimozione di fascine e detriti nell’alveo. È parso evidente che le vistose cicatrici degli argini e le voragini al posto dei ponti, i cui rimasugli restano a poche decine di metri, così come i tronchi sradicati attendono nel letto torrentizio, necessitano interventi urgenti per evitare che la prima pioggia abbondante replichi ulteriori disastri, visto lo stato di abbandono in cui sono lasciati vasti territori».

Stato del territorio che rischia di compromettere anche numerosi progetti imprenditoriali e di vita, come segnalato nel servizio di CentroPagina.it e come il mulino indicato dal sindaco di Arcevia Dario Perticaroli: condizioni di isolamento viario o di forti disagi alla circolazione che compromettono relazioni e attività, trasporti scolastici, spostamenti per ricongiungere i nuclei familiari o per recarsi al lavoro. 

Situazione simile sta accadendo tra Ostra e Ostra Vetere (ponte del Coppetto) e tra le frazioni di Cannella e Vallone a Senigallia, dove l’interruzione causata dal cedimento di una porzione del ponte della Chiusa crea da oltre un anno disagi alla popolazione e alle imprese. Chi abita nella costa senigalliese, centro principale per l’economia valliva, sostiene che si debba dare priorità a questa per poi risollevare l’intera vallata, mentre dall’entroterra chiedono pari dignità ma anche un’attenzione particolare perché ciò che non viene sistemato a monte, prima o poi scende a valle.

Il dato, secondo il centrosinistra senigalliese e vallivo, è che «manca una visione di sistema» come confermato dalla recentemente nota volontà di organizzare un incontro che si concentri sulle esigenze di Senigallia e quindi alla foce del fiume Misa, tralasciando così le aree interne. Nasce da qui l’azione politica del movimento civico Diritti al Futuro che vuole «accendere un faro sul territorio interno e sulle esigenze dei cittadini della valle, simili e condivisibili anche dalle nostre comunità delle frazioni». Azione cui segue la promessa di «tampinare attraverso iniziative politiche ed articoli coloro che presiedono ai processi decisionali per chiedere interventi razionali, tempestivi, condivisi con le comunità e che non dimentichino nessuno, ma soprattutto organici e di sistema».