Senigallia

Spaccio di droga, due arresti a Senigallia

Operazione dei carabinieri permette di portare in carcere un 48enne originario di Jesi e un 53enne tunisino

SENIGALLIA – Sono due le persone arrestate dai carabinieri dopo un’operazione di contrasto allo spaccio di droga. Si tratta di uno jesino, già noto alle forze dell’ordine, che è finito nei guai anche grazie al fiuto del cane antidroga One, e di un cittadino di origini nordafricane che è stato trovato in un bar mentre pendeva su di lui un ordine di carcerazione emesso dal Tribunale di Verona.

Il primo arresto è avvenuto nel pomeriggio di ieri, 14 marzo, grazie a uomini in borghese a fianco di unità in divisa e col supporto del reparto cinofilo di Pesaro. L’uomo, un 48enne originario di Jesi ma residente nel fermano, era domiciliato da qualche settimana per lavoro a Senigallia. Alloggiava in un B&B.

Già seguito dai militari, è stato rintracciato nei pressi della rotonda di Senigallia ed è stato sottoposto a un controllo di polizia. Il suo atteggiamento nervoso e diffidente ha nei fatti indirizzato i militari ad approfondire l’accertamento avvalendosi anche dei cani antidroga e procedere quindi alla sua perquisizione personale e domiciliare.

Nel mini appartamento del B&B occupato dal 48enne, sono saltati fuori circa 80gr di cocaina, oltre ad una piccola quantità di marijuana, un bilancino di precisione e vario materiale comunemente utilizzato per il confezionamento delle dosi al dettaglio destinate ad attività di spaccio. Il merito è anche del cane antidroga One, che ha guidato i militari verso lo stupefacente.

Lo jesino è stato quindi arrestato e posto ai domiciliari. Questa mattina è comparso davanti al tribunale di Ancona, dove il giudice che ha convalidato l’arresto ha disposto per lui la misura dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.

Il secondo episodio riguarda invece un cittadino di origine tunisina, classe 1972. L’uomo, irregolare sul territorio nazionale, è stato rinvenuto in un bar della città di Senigallia mentre i militari controllavano la stazione ferroviaria e alcuni negozi della città. Non poteva trovarsi né in Italia né tantomeno a piede libero. È emerso che su di lui pendeva un ordine di esecuzione per la carcerazione emesso dal tribunale scaligero a seguito di condanne irrevocabili per numerosi episodi di spaccio di sostanze stupefacenti, commessi a Verona tra il 2009 e il 2016. È stato accompagnato nel carcere di Montacuto, dove dovrà scontare una pena di 5 anni e mezzo di reclusione.