Senigallia

Sparite alcune uova di fratino dalla spiaggia di Senigallia

Il fatto è avvenuto qualche settimana fa sul litorale di Marzocca. La denuncia del gruppo di monitoraggio della specie che è a rischio estinzione

Un esemplare maschio di fratino, con due pulcini. Foto scattata da Francesca Morici a Torrette di Fano
Un esemplare maschio di fratino, con due pulcini. Foto scattata da Francesca Morici a Torrette di Fano

SENIGALLIA – Sparite alcune delle preziose uova di fratino dal litorale senigalliese. Il fatto è stato subito segnalato alle autorità dal gruppo di osservazione e monitoraggio che si occupa della tutela di questa specie a rischio estinzione. Tutto è iniziato alcune settimane fa, quando durante le normali attività di controllo delle nidiate, si è registrata purtroppo la compromissione di cinque nidi di fratino, deposti lungo il tratto di litorale a Marzocca.

In particolare sono sparite le uova di alcuni nidi, protetti e segnalati da apposita recinzione temporanea (il nastro biancorosso), spiegano gli esperti che monitorano e studiano il fratino a Senigallia. In un caso è stato anche rotto il nastro che delimita la zona della nidiata: se confermata la correlazione, ciò potrebbe far pensare a un gesto voluto e non a un predatore “naturale”. Ma, al di là del singolo caso, quello che preoccupa maggiormente è la mancanza di una vera consapevolezza da parte di chi frequenta e di chi opera sulla spiaggia di velluto.

Una consapevolezza sull’importanza che il litorale senigalliese rappresenta per il fratino (Charadrius alexandrinus), un piccolo uccello limicolo strettamente legato agli ambienti litoranei. È una specie a rischio un po’ come l’aquila reale – spiegano ancora i naturalisti che li osservano – e Senigallia è la loro casa preferita nelle Marche: qui infatti nidificano da qualche anno una ventina di coppie. In media si attestano su quota 30 nidiate da nord (Cesano) a sud (Marzocca), ma quest’anno siamo già a 40 nidi, comprendendo anche le covate di rimpiazzo. In tutta la regione, la spiaggia di velluto con i suoi 14 km è il luogo in cui i fratini sembrano trovarsi meglio: un’altra decina di coppie viene seguita nella zona fanese, mentre quest’anno non si sono verificate nidiate a Marina di Montemarciano, altra zona spesso frequentata da questi uccellini.

La specie è monitorata dal 2010, anno di inizio a Senigallia del progetto Dune, il cui gruppo di lavoro, sostenuto dal Comune di Senigallia e con il supporto di ornitologi, ha il compito di monitorare la flora e la fauna della spiaggia e promuovere attività di divulgazione e sensibilizzazione rivolte alla cittadinanza, ai turisti ed agli istituti scolastici. Gli operatori percorrono la spiaggia più volte a settimana, durante la stagione riproduttiva di questo uccellino limicolo (marzo-luglio/agosto), per censire nuovi nidi e monitorare lo stato dei presenti. 

Spesso vengono segnalati comportamenti errati in spiaggia che possono mettere in serio pericolo il fratino: tra questi più frequentemente si verificano la presenza di cani senza guinzaglio, bambini senza alcun controllo genitoriale o l’atteggiamento dei bagnanti che si avvicinano troppo alle recinzioni e, a volte, le oltrepassano per andare a fotografare la cova delle uova disturbando la nidiata. Senza contare i lavori alla spiaggia con le ruspe. Il problema è che il comportamento irresponsabile di pochi può danneggiare gravemente una specie a rischio di estinzione: un pomeriggio affollato inficia il lavoro di mesi, affermano dal gruppo di monitoraggio.

A Senigallia, proprio grazie a questa presenza particolarmente importante come in nessun altro luogo delle Marche, è stata varata un’apposita ordinanza che, dal 2018, vieta il danneggiamento della flora dunale e il disturbo al fratino. Per chi non osserva tale norma è prevista una sanzione. Sempre sulla spiaggia di velluto, grazie all’ambiente particolarmente ospitale, è stato avviato il progetto, coordinato da Ispra, per approfondire la biologia di questo animale studiandone i comportamenti: per tale scopo gli esemplari vengono inanellati e codificati, in modo da ricostruire i movimenti e capire quali zone scelga per la covata. Ciò ha suscitato l’interesse di diversi documentaristi naturalisti di fama internazionale che stanno in questi mesi filmando, fotografando e controllando con sistemi di telerilevamento questa specie.