SENIGALLIA- I consiglieri del Movimento 5 Stelle, Stefania Martinangeli ed Elisabetta Palma tornano sul problema che riguarda i rifiuti sull’arenile: lunedì era stata convocata d’urgenza la II Commissione Consiliare, alla presenza del vice sindaco Maurizio Memè, per vedere i volumi e la tipologia del materiale spiaggiato.
L’intervento di Martinangeli e Palma
«Le località di mare e fluviali possono trovarsi ad affrontare, periodicamente, il problema del legname e di altri rifiuti organici portati dalla corrente, soprattutto dopo le piene causate dalle precipitazioni atmosferiche. Ne sanno qualcosa i cittadini di Senigallia, già colpiti dall’iniquo aumento della Tari recentemente deliberato in sede di approvazione del Bilancio di previsione 2017/2019, che in questi giorni stanno osservando, ancora una volta, la spiaggia imbrattata dal legname e dai detriti portati in mare dal fiume – spiegano – Aumento iniquo, perché provocato dalla mancata rimozione e smaltimento del legname tagliato a seguito dei lavori di pulizia e riprofilatura dall’alveo del fiume Misa, appaltati dalla Provincia di Ancona a seguito dell’alluvione del 3 maggio 2014. Infatti, come si legge nella Delibera N° S-LP/2016/1594 , approvata dal Consiglio comunale di Senigallia il 27 luglio 2016 ed avente ad oggetto il riconoscimento di debito fuori bilancio per interventi post mareggiata del 23/03/2016, “ad oggi dopo ogni piena si verifica uno spiaggiamento straordinario di materiale organico putrescibile”. In conseguenza dei danni, che potrebbero definirsi di immagine, ambientali e patrimoniali, che ad oggi la città di Senigallia si trova ancora a subire a seguito di tali inadempienze, ci chiediamo se la Regione Marche ed il Comune di Senigallia abbiano vigilato affinché l’Ente appaltante e gli esecutori dei lavori portassero via i resti del legname tagliato dal letto del Misa, come prevede il Codice dell’ambiente».
Le domande dei consiglieri del Movimento 5 Stelle
Perché il Sindaco non ha disposto un’ordinanza nei confronti di Provincia e Regione, con termine a provvedere e con avviso che, in difetto, si sarebbe proceduto al recupero coattivo delle somme anticipate, anziché approvare il riconoscimento del debito fuori bilancio a carico dei cittadini?
Ma, mentre a Senigallia sono sempre i cittadini a pagare, cosa fanno le altre amministrazioni, forse un po’ più lungimiranti della nostra?
Le soluzioni
Basta guardarsi un po’ in giro per vedere che, in realtà simili alla nostra, i sindaci hanno già provveduto ad emanare ordinanze per permettere ai cittadini di raccogliere il legname spiaggiato per portarlo a casa e raggiungere così un doppio risultato, soddisfacente per tutti: per l’ente ripulire, in parte, il litorale (praticamente a costo zero) e per il cittadino avere legname da ardere (anch’esso praticamente a costo zero). Parliamo di Enti come la Regione Liguria, il Parco Fluviale del Po e il Parco Fluviale del Ticino. La delibera di giunta n. 17 del 2014 della regione Liguria, presentata dall’assessore Renata Briano, autorizzava addirittura i comuni liguri, attraverso un’ordinanza, a concedere ai singoli cittadini e ai privati la facoltà di raccogliere il legname riversato sui litorali nel corso delle mareggiate di Natale. Per questo motivo, in accordo con il Ministro dell’Ambiente Orlando, si è stabilito, come primo passaggio, di non catalogare la legna come rifiuto (come avviene invece a Senigallia), consentendo così a singoli e ditte di raccoglierla. Quindi si è avviata una procedura a costo zero per i Comuni. Ci sono anche Comuni che permettono già di raccogliere il legname spiaggiato sui litorali, ne sono un esempio le ordinanze emesse dai Comuni di Carrara e Giulianova. In entrambe le ordinanze si richiamano la nota 9/1/2014 dell’Istituto Statale per la Protezione e la Ricerca Ambientale – ISPRA e il Codice dell’Ambiente D. Lgs. 152/2006 art. 183 lettera n) e si autorizza la cittadinanza ad accedere liberamente all’arenile per raccogliere il legname spiaggiato, identificando tempi e modalità, per poterlo utilizzare sotto forma di tronchetti o di cippato di legna a scopi domestici per gli impianti di riscaldamento. L’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale dell’Emilia Romagna (ARPAE) afferma in un suo studio che le stufe a cippato di legna sono molto efficienti e hanno emissioni di PM10 molto più basse rispetto ad altri impianti di riscaldamento.
La spiaggia di velluto
A Senigallia, invece, il regolamento per l’applicazione dell’IUC, approvato con Deliberazione del Consiglio Comunale n. 45 del 30/07/2014, al Titolo III – disciplina la tassa sui rifiuti (Tari) , Art. 8. Gestione e classificazione dei rifiuti, comma 4 lettera d) inserisce tra i rifiuti urbani ai sensi dell’art. 184, comma 2, del D.Lgs. 3 aprile 2006, n. 152 “i rifiuti di qualunque natura o provenienza, giacenti sulle strade ed aree pubbliche o sulle strade ed aree private comunque soggette ad uso pubblico o sulle spiagge marittime e lacuali e sulle rive dei corsi d’acqua”. Detto regolamento non recepisce però le disposizioni di cui agli artt. 182 comma 2 e 184 lett. n) del medesimo Codice dell’Ambiente (D. Lgs. 152/2006 e ss.mm.), che prevedono che “I rifiuti da avviare allo smaltimento finale devono essere il più possibile ridotti sia in massa che in volume, potenziando la prevenzione e le attività di riutilizzo, di riciclaggio e di recupero e prevedendo, ove possibile, la priorità per quei rifiuti non recuperabili generati nell’ambito di attività di riciclaggio o di recupero”, nonché “Non costituiscono attività di gestione dei rifiuti le operazioni di prelievo, raggruppamento, cernita e deposito preliminari alla raccolta di materiali o sostanze naturali derivanti da eventi atmosferici o meteorici, ivi incluse mareggiate e piene, anche ove frammisti ad altri materiali di origine antropica effettuate, nel tempo tecnico strettamente necessario, presso il medesimo sito nel quale detti eventi li hanno depositati”. Ciò significa che non è applicabile la normativa attinente all’attività di gestione dei rifiuti ai materiali o sostanze naturali derivanti da eventi atmosferici o meteorici e che il legname spiaggiato è da considerarsi una risorsa per i cittadini e non un rifiuto. Di cosa stiamo quindi parlando? Che cosa stiamo pagando? E perché? La pulizia dei fiumi, come era ben noto ai nostri nonni, consisteva, un tempo, nella rimozione della legna abbandonata, che se lasciata in loco, avrebbe potuto costituire un impedimento al libero deflusso delle piene. Il nostro ordinamento non vieta quindi di raccogliere la legna abbandonata sulle sponde dei fiumi e sulla spiaggia, in quanto anche l’art. 923 del codice civile stabilisce che: “…le cose mobili che non sono di proprietà di alcuno si acquisiscono con l’occupazione”. Per queste ragioni l’asportazione del legname abbandonato nell’alveo o accatastato contro i ponti o spiaggiato, cui tale disposizione si adatta perfettamente, è consentita e non va contro alcuna disposizione di legge. Occorrerebbe solo applicare le normali attenzioni per l’accesso all’alveo o all’arenile, evitando di arrecare danneggiamenti ingiustificati. Attendiamo urgentemente una netta inversione di rotta da parte dell’amministrazione.