SENIGALLIA – Tra il pedinamento e l’arresto sono passate troppe ore, incompatibili – secondo il giudice del Tribunale di Ancona – con la flagranza del reato. Per cui l’imprenditore accusato di stalking nei confronti della moglie avvenuto nei giorni scorsi è stato liberato e l’arresto non convalidato. Però, sempre secondo il giudice dorico, esistono gravi indizi di colpevolezza del 52enne che ha ricevuto, non appena rimesso in libertà, il divieto di avvicinamento alla donna.
L’episodio era iniziato la settimana scorsa, con lei che si è recata al pronto soccorso per farsi medicare delle contusioni dovute, secondo l’accusa, alle percosse del marito nei suoi confronti. Poi ha passato la notte a casa della sorella ma domenica mattina mentre si recava a far benzina si è accorta che l’uomo la stava seguendo.
Da lì la decisione prima di dirigersi verso il commissariato e poi di suonare il campanello di un’abitazione per chiedere aiuto. Ai poliziotti ha poi raccontato delle botte incominciate dopo la nascita di un figlio. Gli agenti del Commissariato hanno prima sentito il Pm e poi – dopo alcune ore, troppe secondo il giudice – hanno tratto in arresto il marito che è stato trasferito nel carcere di Montacuto con l’accusa di stalking, violenza domestica e lesioni. Infine, martedì 23 luglio, si è tenuta l’udienza di convalida al termine della quale l’uomo è stato rimesso in libertà per poter lavorare, pur dovendo osservare il divieto di avvicinarsi alla moglie.