SENIGALLIA – Gli alberi tornano prepotentemente al centro del dibattito cittadino. Dopo le ben note polemiche sul taglio dei pini in viale Anita Garibaldi, dov’è in corso un intervento di rifacimento completo della strada dissestata da anni, arrivano quelle per l’abbattimento dei “colleghi” lungo lo Stradone Misa. Un lavoro svolto nel silenzio della città, quando tutti erano distratti dalla risistemazione delle proprie abitazioni e pertinenze dall’alluvione del 15 settembre. Mentre la strada era ancora chiusa al traffico, ufficialmente per le operazioni di pulizia della zona, altri operai erano impegnati a segare gli alti pini che costeggiavano il viale e il fiume Misa.
A dare l’allarme è la società civile sui social, tema su cui poi è intervenuto anche il Gruppo Società e Ambiente (Gsa): «Molti cittadini si chiedono il perché di tale repentino provvedimento, e diversi si sono rivolti anche alla nostra associazione. Abbiamo provato ad ottenere risposte contattando alcuni uffici preposti, ma abbiamo solo ottenuto vaghe risposte e rimpalli, quasi fosse una specie di segreto di stato. Chiediamo pertanto una comunicazione ufficiale, che riteniamo doverosa verso la cittadinanza, in cui venga chiarito chi ha preso tale decisione ed in base a quali criteri e valutazioni tecnico-scientifiche».
Quando ci fu da decidere del futuro degli alti alberi, sempre pini marittimi, lungo viale Anita Garibaldi oggetto di un importante intervento di riqualificazione con contestuale rifacimento del fondo e dei sottoservizi, le associazioni ambientaliste di Senigallia vennero convocate dall’amministrazione comunale per un confronto. Confronto che stavolta sarebbe stato bypassato. E proprio su questo punto, il Gsa precisa che «l’associazione non è stata coinvolta in nessun confronto e né, tantomeno, consultata in merito alla decisione di abbattere i pini dello Stradone Misa».
L’assessora all’ambiente, Elena Campagnolo, replica: «Ovviamente ci sono stati i sopralluoghi degli agronomi, e ci sono relazioni agli atti visionabili da chiunque, alla base dell’eliminazione delle piante dallo Stradone Misa. Semplicemente sono stati tolti perché l’alluvione ha eroso sia l’argine che la base degli alberi. Inoltre, subito dopo l’esondazione che ha assottigliato gli argini, sono state riversate nei pressi delle piante enormi quantità di rifiuti, fanghi e detriti: durante la rimozione alcune radici sono state tagliate e strappate dai mezzi, quindi non erano più stabili. Se poi consideriamo che il terreno argilloso non consentiva l’ospitalità a tali grosse piante e che l’argine è gravemente assottigliato, si capiscono i motivi alla base di tale decisione». Per quanto riguarda la tempistica, «abbiamo preferito effettuare i lavori quando ancora il viale era chiuso per le operazioni di pulizia post alluvione. In alternativa avremmo dovuto riaprire e poi richiudere lo Stradone Misa, gravando nuovamente sulla cittadinanza, cosa che abbiamo evitato in un momento come questo». Tra le rassicurazioni anche sul fatto che lo Stradone verrà ripiantumato, ma «cercheremo una specie adatta al terreno argilloso, non certo i pini che lì non potevano proprio starci».
In merito al progetto di viale Anita Garibaldi, dove già sono state abbattute le piante nel tratto da via Capanna a via Mercantini ma a cui dovrebbe seguire l’abbattimento degli alberi su tutta la via (quindi anche nel secondo tratto da via Mercantini a corso Matteotti e da quest’ultimo fino alla statale Adriatica), è nata una petizione da parte di alcuni cittadini. Poco più di 100 le firme raccolte, non tutte di residenti in zona ma questo poco importa, e presentate alla giunta senigalliese lo scorso 27 settembre. Lo scopo è quello di chiedere che vengano salvate almeno le piante sane tra tutte quelle attualmente presenti. Per invididuarle i proponenti chiedono che l’amministrazione comunale si rivolga ai massimi esperti del settore per una perizia meticolosa, pianta per pianta.
«È vero che necessitiamo di una buona viabilità e percorribilità dei viali cittadini – scrivono i proponenti – ma non possiamo vivere senza alberi, senza ossigeno, con temperature roventi. Alberi e viabilità cittadina possono convivere come hanno dimostrato le amministrazioni di alcuni comuni, semplicemente scegliendo di utilizzare le nuove tecniche che oggi sono a disposizione. Ci sono sistemi per mantenere il verde già esistente nei progetti di rifacimento delle strade, anche più economici dell’abbattimento e ripiantumazione di piccoli alberelli». In particolare si cita la creazione di camere d’aria sottostanti le piante, dove possono svilupparsi in semi-libertà le radici «senza danneggiare la pavimentazione, evitando così futuri e costosi interventi di ripristino e manutenzione». Ai cittadini firmatari arriverà la risposta dell’amministrazione comunale.