SENIGALLIA- A poco più di sei mesi di distanza dalla strage della Lanterna Azzurra, Fazio Fabini e Angela Tempesta, genitori di Emma, la 14enne rimasta vittima nella discoteca la notte tra l’8 e il 9 dicembre hanno scritto al sindaco di Corinaldo Matteo Principi che nei giorni scorsi aveva rilasciato un’intervista ai Rai 2. Questa sera alle 21,15 si terrà a Corinaldo e trasmesso in diretta Streaming, il consiglio comunale dove si tornerà su quella maledetta notte.
«Circa sei mesi fa, come premio per i meritevoli risultati scolastici, abbiamo concesso a nostra figlia Emma il permesso di passare una serata nel locale Lanterna Azzurra, situato nel territorio di Corinaldo, paese di cui Lei è sindaco.
Così come altri quattro ragazzi ed una giovane mamma, non è più tornata. Da allora sei famiglie vivono nella disperazione, con il ricordo dei loro figli che meritavano di vivere la propria vita e di non vederla stroncare da questa assurda tragedia. Ora leggiamo le interviste che lei ha rilasciato, nelle quali si dichiara sereno – beato lei – e tranquillo per il suo lavoro e quello dei suoi collaboratori.
A noi francamente questa posizione sembra irrispettosa delle vittime e del dolore delle loro famiglie. Aspetti almeno che sia la magistratura a svolgere il proprio lavoro. Lei invece già si auto-assolve, affermando di essere un politico che semplicemente ha messo per ultimo la propria firma su un documento, autorizzando l’agibilità di una struttura all’interno della quale, almeno secondo i periti del Tribunale, c’erano tante, troppe irregolarità nelle procedure autorizzatorie e nella gestione della sicurezza. Afferma anche che sono i tecnici a svolgere questo compito di controllo e che Lei di questi tecnici ha piena fiducia.
Se Lei abbia una qualche responsabilità penale o civile in questa tragedia saranno i giudici a stabilirlo, ma da un punto di vista umano, ci permetta Signor Sindaco, Lei ha mostrato una sensibilità inadeguata alla funzione e ruolo da Lei ricoperto. Sarebbe stato sufficiente esternare la sua vicinanza alle vittime e alle loro famiglie e chiudersi in un silenzio rispettoso. Riteniamo che avrebbe dovuto pensare a quelle giovani vittime o a qualsiasi altro adolescente, parente, amico, conoscente che avrebbe potuto trovarsi lì; ne’ possiamo immaginare che Lei appartenga a quella schiera di persone che, conoscendo le reali condizioni della Lanterna Azzurra, si sono vantate di non mandare i propri figli in un locale sporco, vecchio e fatiscente. In conclusione la salutiamo, Signor Sindaco augurandole di poter convivere con la sua coscienza che nessun Tribunale potrà assolvere.
Ricordandole che il politico è una persona eletta, cioè che si eleva sulla comunità che lo elegge, Le auguriamo di dimostrarsi in grado di svolgere questo ruolo, rappresentando degnamente il paese di Corinaldo».