SENIGALLIA – La spiaggia di velluto risponde “presente” all’appello alla solidarietà e umanità promosso da “Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie”. Un appello lanciato per scoperchiare quell’indifferenza che sta coprendo ogni sguardo sul fenomeno dell’immigrazione, ogni alzata di spalle sulle continue morti nel mar Mediterraneo.
Per sabato 7 luglio è stato lanciato un invito molto semplice: quello a indossare una maglietta o un indumento di colore rosso, simbolo delle stragi di bambini, donne e uomini che muoiono nella speranza di raggiungere l’Europa.
Quella stessa Europa che sta discutendo, con la tecnica dello scaricabarile, «del problema dell’immigrazione, e quindi della vita di migliaia di persone; quell’Europa – scrivono i rappresentanti di Libera, a partire proprio da don Luigi Ciotti, presidente nazionale Libera e Gruppo Abele – che, per non affrontarlo in modo politicamente degno, arriva a colpevolizzare chi presta soccorsi o chi auspica un’accoglienza capace di coniugare sicurezza e solidarietà. Bisogna contrastare questa emorragia di umanità, questo cinismo dilagante alimentato dagli imprenditori della paura. L’Europa moderna non è questa. L’Europa moderna è libertà, uguaglianza, fraternità. Fermiamoci allora un giorno, sabato 7 luglio, e indossiamo tutti una maglietta, un indumento rosso, come quei bambini. Perché mettersi nei panni degli altri – cominciando da quelli dei bambini, che sono patrimonio dell’umanità – è il primo passo per costruire un mondo più giusto, dove riconoscersi diversi come persone e uguali come cittadini».
Rosso è infatti il colore degli indumenti di molti che sono finiti in mare dopo giorni di navigazione sui barconi della speranza. «Di rosso era vestito il piccolo Aylan, tre anni, la cui foto nel settembre 2015 suscitò la commozione e l’indignazione di mezzo mondo. Di rosso erano vestiti i tre bambini annegati l’altro giorno davanti alle coste libiche. Di rosso ne verranno vestiti altri dalle madri, nella speranza che, in caso di naufragio, quel colore richiami l’attenzione dei soccorritori».
All’appello ha risposto affermativamente non solo il presidio senigalliese di Libera, ma anche la Scuola di pace di Senigallia, assieme ad altre decine di associazioni locali e nazionali come Anpi, Arci, Acli, Uisp, Legambiente, Cgil, Cisl, Uil e tante altre.
Una maglietta rossa «per fermare l’emorragia di umanità, per testimoniare la nostra opposizione a questa perdita di umanità che ci sta rendendo sempre più egoisti e chiusi. Certo, questo è solo un segno e anche se i segni sono importanti poi bisogna organizzare il dissenso, trasformandolo in progetti e speranze. Ma intanto cominciamo da qui».
Chi vorrà, potrà mandare la propria foto con indosso la maglietta rossa a scuolapacesenigallia@gmail.com