SENIGALLIA – L’alternanza scuola-lavoro non riscuote l’apprezzamento degli studenti che hanno manifestato davanti ad alcuni licei e istituti cittadini. L’azione dimostrativa è stata promossa dal collettivo studentesco di Senigallia “Come eravamo”, componente della campagna nazionale BastAlternanza, di cui fanno parte anche i collettivi studenteschi marchigiani di Pesaro e Fabriano.
Lo scopo era quello di informare e far conoscere che cosa è realmente l’alternanza scuola-lavoro, un sistema che va «abolito innanzitutto perché contro il nostro diritto allo studio e a una formazione degna: oltre che privarci delle ore di lezione, l’alternanza toglie a noi studenti l’opportunità di formarci anche al di fuori dell’orario scolastico, dato che va spesso ad intaccare le ore pomeridiane, i giorni festivi e le vacanze. Inoltre obbliga noi studenti a lavorare gratuitamente, occupando mansioni che potrebbero essere ricoperte da disoccupati e precari regolarmente retribuiti».
L’alternanza scuola-lavoro era stata istituita per ridurre quella distanza, quel gap formativo che c’è tra mondo della scuola e mondo del lavoro. Un obiettivo nobile ma perseguito con una strategia da abolire, secondo gli studenti senigalliesi.
«Quello che noi chiediamo è di reinternalizzare l’alternanza tramite la scuola. Vogliamo rimettere al centro il ruolo della scuola pubblica, che si dovrebbe occupare della nostra formazione e invece incarica di questo le aziende, sfruttatrici di migliaia di studenti, spesso minorenni. Noi pensiamo – concludono i giovani del collettivo studentesco – che tutto questo sia indecente, assurdo e, d’ora in poi, ci faremo sentire fuori dalle scuole, perché dobbiamo far conoscere a tutti gli studenti la verità! La conoscenza è necessaria per non diventare schiavi».