SENIGALLIA – Continua il botta e risposta tra la giunta senigalliese e il capogruppo dem in consiglio regionale Maurizio Mangialardi sulla questione del Summer Jamboree. Il principale evento della stagione turistica cittadina e regionale, che per anni ha reso note Senigallia e le Marche a livello internazionale, rischia di saltare (non quest’anno) per ragioni perlopiù economiche: la quota per tenere ancorato a Senigallia il festival in stile anni ‘50 è salita da 360 mila a 915 mila euro all’anno per quattro anni e la Regione Marche non sembra aver inserito tra le priorità regionali il mantenimento della manifestazione. Si tratta effettivamente di una cifra notevole per qualsiasi ente pubblico: oltre al contributo comunale servirebbe quindi un ulteriore mezzo milione l’anno da parte della Regione o di altro sponsor. Moltiplicato per quattro, si traduce in una ricerca di ben due milioni di euro che finora nessuno riesce a immaginare sul piatto, dato che gli investitori riducono sensibilmente la propria partecipazione in periodi di difficoltà come questo.
Una cifra importante è vero, ma c’è da considerare l’impatto economico generato dal festival internazionale di musica e cultura americana degli anni ’40 e ’50. Una valutazione condotta dalla società Aris Leading edgecom, riferita all’edizione 2019, calcolava infatti in ben 28,7 milioni di euro l’indotto generato da questa manifestazione nell’intera regione Marche, non solo a Senigallia. D’altronde, sono pochissime le città in tutto il pianeta che possono vantarsi di aver avuto ospiti del calibro di Chuck Berry, Jerry Lee Lewis, Jimmy Clanton, i Comets che con Billy Haley nel 1954 incisero la canzone simbolo del rock’n’roll (Rock around the clock), nonché centinaia di artisti e performer tra cui l’icona della seduzione e della cultura burlesque, Dita von Teese. Senigallia, grazie al Summer Jamboree, c’è riuscita.
Questo il contesto in cui nasce il dibattito politico: è stato approvato nei giorni scorsi il piano triennale del turismo 2021-2023 in cui però il festival a stelle e strisce non figura, scatenando la reazione dell’ex sindaco di Senigallia Maurizio Mangialardi, ora capogruppo Dem in consiglio regionale. «Il mancato inserimento del Summer Jamboree nel pianificazione regionale non è solo una svista – spiega – ma la manifesta volontà di affossare quanto di bello e buono è stato costruito nel corso degli anni dal centrosinistra senigalliese e regionale, con un particolare accanimento nei confronti di Senigallia, già pesantemente penalizzata lo scorso dicembre in occasione dell’approvazione del bilancio di previsione». L’ex primo cittadino della spiaggia di velluto ha poi attaccato il sindaco Olivetti per il mancato supporto a questa battaglia della città per difendere il festival.
Non si è fatta attendere la replica della maggioranza di governo senigalliese che ha suggerito a Mangialardi di «non strumentalizzare temi così importanti» e di non alimentare «sterili e pericolose polemiche». La giunta Olivetti ha dichiarato di essere disponibile a un ulteriore sforzo per arrivare a 400 mila euro di contributi annuali ma di non poter andare oltre: da qui la richiesta alla Regione Marche perché possa trovare una soluzione alla vicenda che rischia di mettere in crisi il calendario turistico di Senigallia e non solo.
«Avrei con piacere evitato – ritorna sulla questione Mangialardi – di replicare a sigle dietro le quali si celano negazionisti del Covid e soggetti che pensano che il Ddl Zan sia l’apripista per l’accoppiamento tra esseri umani e animali. Ma la questione è troppo seria per lasciare che certe elucubrazioni alimentino una confusione che mette a rischio il futuro della città. Sul tema del Summer Jamboree, l’Amministrazione comunale di Senigallia non capisce o fa finta di non capire. Se la Regione Marche intende valorizzare nella sua pianificazione eventi che hanno una portata meramente locale e trascura quelli che promuovono l’immagine delle Marche, e in questo caso di Senigallia, a livello internazionale, tutto diventa più difficile. E in una fase dove occorre coraggio e visione per rilanciare il settore turistico, al Summer Jamboree avrebbero potuto dare quanto meno pari dignità».
Bocciato infatti in consiglio regionale l’emendamento dell’opposizione che chiedeva di dare altra rilevanza al Summer Jamboree nel piano triennale del turismo 2021-2023. Una proposta che secondo il Pd regionale avrebbe dovuto vedere schierato anche il sindaco Olivetti a combattere per il festival «invece di trasformarsi in una sorta di timido mediatore, neutrale e disinteressato, tra la Regione e gli organizzatori. Non approvare il nostro emendamento è stato un grossolano errore da parte del presidente Acquaroli e della sua maggioranza. Perché così facendo si dichiara candidamente che il main event della stagione estiva marchigiana non è strategico. E ciò non fa bene all’immagine del Summer, ma soprattutto rischia, in particolare in questa difficile fase che richiede un surplus di risorse, di compromettere quelle sponsorizzazioni private che sono fondamentali a integrare i contributi pubblici».
Ora la partita si giocherà in sede di bilancio, dove si capirà se la Regione avrà individuato adeguate risorse per permettere una efficace programmazione pluriennale o «se il Summer Jamboree sarà declassato a evento di secondo piano, costringendo l’organizzazione – conclude amareggiato Maurizio Mangialardi – a valutare anno per anno la disponibilità di finanziamenti, con inevitabili ripercussioni sulla qualità della proposta».