SENIGALLIA – «Altro che incapaci. Ve l’avevamo detto» che sarebbe finita così. Si toglie qualche sassolino dalla scarpa il sindaco di Senigallia Massimo Olivetti dopo la recente decisione del tribunale amministrativo regionale delle Marche che di fatto annulla definitivamente la delibera di affidamento del servizio di raccolta rifiuti in house della provincia di Ancona. Sì perché solo Olivetti e il collega Ciarimboli, sindaco di di Morro d’Alba, avevano votato contro. A parte sei astenuti, la stragrande maggioranza dei comuni della provincia dorica aveva espresso un parere favorevole nella seduta del 27 settembre scorso.
«Il nostro voto contrario si basava su diverse criticità presenti nella delibera – spiega Olivetti – tra cui il fatto che nella relazione non venivano chiariti i motivi per cui la scelta fosse la più vantaggiosa, come previsto dalla legge. E il TAR ha effettivamente rilevato questa carenza, ponendola alla base della sua decisione. Non è certo mia intenzione dire “ve l’avevamo detto”, anche se oggi, dopo tutte le critiche strumentali che ci sono state mosse, sarebbe legittimo, ma voglio riflettere con tutti voi sulle conseguenze che abbiamo vissuto a livello cittadino, a causa della propaganda di chi scrive senza documentarsi».
Nel dibattito cittadino le critiche alla posizione contraria di Olivetti non si erano risparmiate: l’accusa era quella di aver «relegato “Senigallia in un ruolo sempre più marginale a livello provinciale e regionale” con il nostro voto. Ci avevano esortato a modificare la nostra posizione, dandoci di fatto degli incapaci. A nulla è valsa la mia comunicazione, in cui ribadivo che la nostra scelta era frutto di un’attenta analisi della delibera, che presentava evidenti carenze. Nonostante infatti le nostre puntualizzazioni, le repliche avverse sono rimaste generiche e pretestuose, dimostrando che, come al solito, nessuno dei “critici di professione” aveva realmente letto o compreso il testo. Era quindi inutile continuare in questa sterile polemica, almeno fino all’esito del TAR, che ha annullato tutto».
Nessun passo indietro di quanti accusavano l’amministrazione comunale. «Nessuno di loro ha commentato la notizia – continua il primo cittadino di Senigallia – così come nessuno di loro ha mai lamentato, come avrebbe dovuto, che dal 2017 questa è la terza delibera di affidamento in house bocciata dal giudice amministrativo (da quando amministriamo Senigallia abbiamo sempre votato contro a queste delibere), nessuno di loro si è mai posto il problema che, a causa di questa insistenza nel prendere decisioni non corrette, l’inutile contenzioso è aumentato. Nessuno di costoro ha mai posto il dubbio, come abbiamo fatto noi nelle sedi competenti che il servizio così delicato e di rilevanza economica continua a essere gestito con proroghe, senza ricorrere a un nuovo affidamento, il che solleva non poche perplessità».
Ma Olivetti non si risparmia e va avanti nel puntare il dito contro i critici locali di professione che non si sarebbero posti «il problema se questo sistema, contro cui ci siamo opposti, possa avere ricadute negative sulla tariffa e, quindi, sui cittadini».
Che scenario ora, dopo la sentenza che fa quindi ripartire tutto da capo? «Ho già garantito al presidente della Provincia e ai colleghi sindaci con cui ho parlato la nostra disponibilità a trovare una soluzione condivisa e legittima per superare questo stallo». E a chi ha «ingiustamente criticato: la maggioranza consiliare a Senigallia non “segue il branco”, come invece loro suggerivano e sono abituati a fare, ma decide autonomamente, dopo essersi documentata, ponendo come prioritaria la tutela del benessere dei cittadini. Mi auguro che tutti i consiglieri comincino a seguire questo sistema: avremo certamente un dibattito politico costruttivo e degno di questo nome».