SENIGALLIA – Ancora critiche alla scelta dell’amministrazione comunale di rivedere in aumento le tariffe degli impianti sportivi cittadini e la contemporanea riduzione oraria degli spazi a disposizione delle società senigalliesi. Dopo la protesta dei dirigenti delle principali realtà locali, anche vari esponenti politici, non solo di centrosinistra, alzano la voce: e sono nettamente contrari al provvedimento preso dalla giunta Olivetti. Quest’ultima ha sostenuto di aver adeguato le tariffe agli impianti similari della provincia, insomma, di essersi semplicemente guardata intorno e aver stimato l’impatto dei rincari delle utenze.
Il disciplinare per la concessione alle società sportive senigalliesi delle palestre scolastiche, in orario extrascolastico, riguarda le strutture delle scuole Leopardi, Belardi, Marchetti, Puccini, Rodari, Vallone, Montignano, Pascoli, il palazzetto dello sport di via Capanna e il palasport di via campo Boario. Molti degli spazi a disposizione a Senigallia per l’attività sportiva, e tutti di proprietà comunale, subiranno un adeguamento le tariffe a partire dal 1 settembre 2022 e fino al 31 agosto 2023. Adeguamento che le società hanno stimato in un drammatico +400%.
Sul tema è intervenuto l’ex sindaco di Senigallia Maurizio Mangialardi: «Lascia senza parole l’affondo portato dall’amministrazione Olivetti al mondo dello sport senigalliese. Un attacco a tutto tondo e senza precedenti che rischia di spazzare via la gran parte delle società che da sempre, oltre a garantire l’attività sportiva e agonistica per i giovani e i giovanissimi, svolgono una fondamentale funzione educativa e sociale. L’aumento del 400% delle tariffe per l’utilizzo delle palestre scolastiche in orario extrascolastico e la contestuale riduzione degli orari di utilizzo delle stesse rappresentano una doppia pugnalata, tanto più cinica se si considerano le difficoltà che in questi ultimi due anni hanno incontrato tante associazioni a causa del Covid».
Il rischio è che molte società, non riuscendo con le sole quote d’iscrizione a sostenere tutti i costi, debbano riversare il carico degli aumenti sugli atleti e sulle loro famiglie. Di conseguenza, ci potrebbero essere tante rinunce collegate all’aumento delle tariffe ma, nel peggiore dei casi, anche la cessazione delle stesse società.
«Il metodo Olivetti ha fatto “cilecca” con le società sportive – dichiara Gennaro Campanile, capogruppo di Amo Senigallia. Il nuovo bando prevede un aumento delle tariffe reali, meglio, riduce lo sconto (attualmente intorno al 90%) di 20-25 punti. Le società sportive che utilizzano le palestre delle scuole superiori non hanno invece agevolazioni similari perché fanno capo ai singoli istituti. Nella decisione del Comune, comunicata a cose fatte (la delibera è dei primi di dicembre ma non è stata sufficientemente pubblicizzata) ci sono degli errori marchiani che occorre evidenziare. Innanzitutto c’è la questione di metodo. Le società non sono state coinvolte nel processo decisionale spiegando le motivazioni. In secondo luogo poiché per quasi tutti l’anno agonistico va da luglio a giugno, sarebbe stato meglio prorogare le concessioni in essere ed in primavera proporre il nuovo bando dando la possibilità di allargare anche il numero delle società richiedenti. In terzo luogo è stata citata una normativa che potenzialmente ridurrà gli orari disponibili perché considera prioritario l’utilizzo, da parte della scuola, di spazi extra-curriculari per attività sportive. Con i gruppi sportivi previsti dalla riforma dello sport e qualche preside/docente intraprendente, lo spazio per le società sportive potrebbe veramente diminuire drasticamente senza investire in nuove strutture polivalenti, e sarebbe anche ora farlo».
«Amo lo sport, pratico attività fisica da anni con costanza e regolarità, per me e come esempio per gli altri – ha dichiarato invece il medico ed ex assessore Fabrizio Volpini. Un corretto stile di vita, di cui l’attività fisica è un caposaldo, insieme ad una sana alimentazione ed altre azioni, rappresenta un lasciapassare importante per la qualità della vita ed anche per la quantità. Pratico ciclismo e corsa; entrambe discipline si possono fare all’aria aperta, allerta meteo permettendo, senza necessità di utilizzo d’impianti. L’atletica leggera no. Non subirò quindi le conseguenze economiche della scellerata decisione della giunta comunale di Senigallia di aumentare del 400% le tariffe per l’utilizzo degli impianti sportivi cittadini. Si impedisce così la possibilità alle numerose società sportive dilettantistiche di Senigallia di continuare a far svolgere attività sportive a bambini e ragazzi, a vivere».
Anche dal centrodestra si leva qualche voce fuori dal coro della maggioranza. Ed è quella del “solito” Luigi Rebecchini, capogruppo di Forza Italia-Civici per Senigallia, il quale ricorda come nel programma elettorale del centrodestra si faceva riferimento proprio al non ritoccare le tariffe sportive: “lo sport, agonistico e amatoriale, deve essere garantito e incentivato ad ogni livello […] La gestione degli impianti verrà affidata alle associazioni sportive senza che questo comporti per loro un aggravio eccessivo degli oneri manutentivi e burocratici”. «Adesso invece, all’oscuro di tutti, si aumentano con delibera di giunta a dismisura le tariffe per l’utilizzo degli impianti. Lo sport non va inteso come lusso, ma come pratica importante ed essenziale per l’educazione dei giovani. Auspico un immediato ripensamento della delibera che di fatto, considerato il momento economico, espelle molti giovani dalla pratica sportiva. “Per favore ripensateci».
Dalla giunta arriva invece la voce di Riccardo Pizzi, vicesindaco e assessore allo sport, che ritiene «montate ad acta» le polemiche. Innanzitutto, alcune delle società che hanno protestato – 13 su quasi un centinaio che operano a Senigallia – non sono coinvolte dall’adeguamento tariffario. «Una delle contestazioni mosse all’amministrazione comunale sarebbe quella di aver deciso di aumentare indiscriminatamente ed esageratamente le tariffe delle strutture. In realtà questa affermazione non è esatta. Prendiamo ad esempio il costo della palestra del Campo Boario, completamente gestita nei pomeriggi dalla U.S. Pallavolo Senigallia per 1920 ore annue. La palestra costa al Comune, per le sole utenze elettriche e di riscaldamento, € 15,06 all’ora, una somma che subirà gli aumenti che verranno applicati dai fornitori da novembre (come è a tutti noto) ed alla quale vanno aggiunte le spese di ordinaria e straordinaria manutenzione. La U.S. Pallavolo versa al Comune di Senigallia la somma di 0,83 euro all’ora di uso, pari al 5,5% dei soli costi di illuminazione e di riscaldamento della struttura, sempre al netto degli aumenti che tali servizi stanno subendo. Il resto dei costi (94,5%) gravano, totalmente ed indiscriminatamente, su tutti i cittadini. Con i nuovi aumenti, che ricordo entreranno in vigore non dal 1 gennaio 2022 (inizio delle nuove concessioni col nuovo bando, Ndr) ma dal 1 settembre 2022, la tariffa oraria per la palestra del Campo Boario salirà a 2,86 euro all’ora (pari al 15% dell’attuale costo di riscaldamento ed illuminazione, quindi una percentuale ancora più bassa dopo gli attuali aumenti dei servizi). Il resto dei costi (85,00%) continuerà a gravare totalmente ed indiscriminatamente su tutti i cittadini. La decisione ha quindi riequilibrato la copertura minima del servizio, anche in relazione alle altre coperture degli altri servizi a rilevanza sociale offerti alla popolazione. Ad alcune società che hanno partecipato alla protesta, il costo annuo dell’utilizzo di una palestra per 288 ore annue, passa da 188,65 euro l’anno a 643,13 euro annui».
Lo stesso Pizzi critica poi gli interventi della minoranza: i consiglieri che ieri erano in maggioranza sono gli stessi che hanno «approvato il progetto di finanza promosso dalla Uisp per la cittadella dello sport che ha portato aumenti sproporzionati nell’utilizzo di quegli impianti».
Sulla lamentata riduzione delle ore riservate alla pratica sportiva da parte delle società negli impianti di proprietà comunale, «qualcuno si dovrebbe ricordare che stiamo parlando di palestre scolastiche e che il Comune ha semplicemente previsto un criterio del tutto pacifico: gli spazi andranno concordati con i Dirigenti scolastici per garantire l’attività scolastica, per poi stabilire la ripartizione delle altre ore con le varie società. Qualcuno si sveglia oggi, ma questa “novità” altro non è che quanto previsto nel “Regolamento per l’uso di palestre scolastiche in orari extrascolastici”, approvato dal Consiglio comunale con la deliberazione n. 39 del 15 febbraio 1993. Ne consegue che sia stata montata ad arte una polemica pretestuosa ed infondata».