TRESCASTELLI – Seicento cani da salvare. Sembra il titolo di un film, in realtà è la drammatica fotografia dell’urgenza relativa all’allevamento di Trecastelli, sequestrato dalla Procura di Ancona tre mesi fa. Oggi le associazioni animaliste puntano il dito contro i colpevoli ritardi di questa situazione che rischia di aggravare le condizioni dei cani stipati nell’allevamento. In una nota congiunta Lndc Animal Protection, Enpa, Lav e Oipa sono coese nel denunciare la drammatica situazione in cui versano gli oltre 600 cani ancora presenti all’interno dell’allevamento marchigiano.
«Cibo, cucce, medicinali, antiparassitari così come volontari e veterinari a supporto non sono sufficienti – scrivono -; ci sono a oggi gravi criticità che vanno risolte rapidamente: l’imminente fine delle risorse economiche, la migliore gestione dei cani – malati e non – e delle strutture di permanenza degli animali, così come la lentezza delle sterilizzazioni».
Martedì si è svolta una riunione in Procura alla presenza anche dei Carabinieri Forestali di Ancona che hanno eseguito il provvedimento di sequestro dell’allevamento. Si è definita la procedura da seguire prima dell’affidamento. I cani che saranno portati via dalla struttura di Trecastelli dovranno essere ospitati in un canile tampone a Ostra Vetere e superare ben 4 diversi test per scongiurare il rischio della malattia “Brucella canis”, zoonosi trasmissibile anche all’uomo. Per i test, che devono risultare tutti e quattro negativi, ci vuole mediamente un mese. Ma la Procura non ha competenza sull’aspetto sanitario, che attiene al Servizio veterinario della Asur e all’Istituto Zooprofilattico.
Pertanto, al momento, solo venti cagnolini entro il mese di maggio potrebbero essere adottati. Una minima parte rispetto agli oltre 600 presenti nell’allevamento di Trecastelli. Una situazione che sta incancrenendo a danno proprio degli animali. «Dopo quasi tre mesi dal sequestro dell’allevamento “Itshow Kennel By Amico Cane” a Trecastelli dove è presente un grave focolaio di brucellosi canina, la situazione per la maggior parte degli oltre 600 cani ancora detenuti al suo interno è a tutt’oggi grave – sottolineano le associazioni animaliste – ci sono molte criticità da risolvere nel più breve tempo possibile».
Lndc Animal Protection, Enpa, Lav e Oipa come altre associazioni locali, si sono prontamente attivate per dare massimo e concreto supporto agli animali: dall’acquisto di cibo, cucce, medicinali e antiparassitari, tosatrici, fino alla presenza in loco di volontari e veterinari, nell’ovvio rispetto delle norme dettate dalla situazione contingente. Ora sono anche in arrivo altri container dove poter separare i cani.
«Ma la situazione resta allarmante – dichiarano ancora i rappresentanti delle associazioni – cani ammassati, di molto eccedenti la capienza della struttura, con 8-10 animali in poco più di un metro quadrato; impossibilità di collocare cucce per carenza di spazio; cani a pelo lungo con piaghe da decubito poiché costretti a vivere sui propri escrementi. E poi tanti altri cani destinati a vivere per lunghi mesi esclusivamente all’interno dei trasportini (fino a 5 insieme), azzannandosi spesso tra di loro come testimoniano anche i volontari e veterinari Lndc ed Enpa presenti sul posto».
Le Associazioni animaliste chiedono interventi urgenti per migliorare la situazione degli animali e per garantire loro assistenza e cure, come lo stanziamento di nuove risorse economiche per l’accudimento e la cura dei cani «perché, da quanto riferito dal Sindaco di Trecastelli, quelle attuali si esauriranno entro inizio giugno al massimo. È necessario, pertanto, riorganizzare la gestione dei cani, tenendo conto dell’infezione da Brucella canis: lo spostamento degli animali negativi in un’altra struttura va troppo a rilento, soprattutto considerando che occorrono circa 40 giorni per avere gli esiti dei test e che, questi, vanno ripetuti due volte. Così come è necessario velocizzare i prelievi e testare quanti più cani possibili partendo nell’immediato almeno dai cuccioli e, allo stesso tempo, sterilizzare a tappeto tutte le femmine presenti nella struttura».
Sarebbe anche auspicabile avere uno o più veterinari fissi all’interno dell’allevamento, in quanto dalla situazione che emerge, sembra che gli animali abbiano bisogno di monitoraggio e di cure costanti. Le Associazioni, infine, fanno presente la necessità «di accelerare l’adozione dei cani sani che in questo modo troverebbero accudimento e serenità in una famiglia, alleggerendo al contempo la struttura: vi sono più di 5.000 famiglie già iscritte in lista d’attesa per accogliere uno di questi cani. Chiediamo, in conclusione, di elaborare un protocollo efficiente per la gestione in sicurezza dei cani, con l’obiettivo di affidare od ospitare in strutture adeguate quelli sani, prestando nel frattempo cure e assistenza a quelli malati».