TRECASTELLI – Giuseppina Fattori di Solidarietà di Partecipazione e Nicola Peverelli di Trecastelli ai Cittadini, entrambe consiglieri di opposizione di Trecastelli, raccontano le vicende al loro dire bizzarre di questo scorcio di febbraio.
«Il consiglio del 28 febbraio sul bilancio di previsione sarà contraddistinto da una seduta fiume di ben 14 ordini del giorno tra cui anche una variante al Piano Regolatore Generale.
Per l’approvazione di un atto di tale portata ci sembrava doverosa una richiesta di posticipazione onde avere il tempo materiale per esaminare la proposta in ossequio al principio “conoscere per deliberare”. “Se volete il 2 marzo” – ha risposto il primo cittadino -Non certo briciole cercavamo, ma il tempo materialmente necessario per esaminare un documento elaborato dalla maggioranza che, in virtù del decreto “milleproroghe”, doveva essere approvato entro e non oltre il 31 marzo 2017!
Il 7 febbraio è stata convocata la conferenza dei capigruppo per discutere del bilancio di previsione. Poca cosa in verità, non v’erano documenti da scrutinare ma solo un approccio informale riguardo agli obiettivi che l’amministrazione voleva prefiggersi.
Ma i documenti relativi al bilancio? – Hanno chiesto Fattori-Peverelli – E’ presto, è presto, gli uffici debbono ancora elaborare il tutto e a marzo la proposta di bilancio verrà portata per la discussione in consiglio comunale – hanno risposto il primo cittadino e l’assessore al bilancio. Ma il 18 febbraio la proposta di bilancio di previsione, il piu’ importante atto programmatico che deve varare chi amministra, era già stilata e agli atti. Del resto, a carnevale ogni scherzo vale!»
«Il primo cittadino, nonché presidente del consiglio comunale, ha dato ulteriore sfoggio della tanto bizzarra quanto parziale interpretazione di un ruolo che, solo in teoria nel suo caso, dovrebbe essere super partes! – Hanno sottolineato i consiglieri d’opposizione. – Dando prova di agire con due pesi e due misure: quando la richiesta di convocazione del consiglio comunale proviene dai consiglieri di opposizione, come nel recente caso della mozione sul capitolato della mensa scolastica, è solito riservarsi tutto il tempo che ritiene opportuno, con buona pace dei venti giorni previsti per la celebrazione del consiglio».