TRECASTELLI – La crisi pandemica legata alla terza ondata di covid ha colto in pieno la città. Sono saliti a 146 i positivi al coronavirus e a oltre 200 i cittadini in quarantena, facendo scattare l’allarme per una crescita continua da oltre dieci giorni. Crescita che oggi, 18 marzo, si è stabilizzata con un significativo arresto.
Del fenomeno ha piena coscienza il sindaco di Trecastelli Marco Sebastianelli, che è in costante contatto con l’Asur per monitorare l’andamento dei contagi e delle quarantene. Non solo perché il paese è divenuto il settimo centro della provincia di Ancona per numero di positivi al coronavirus, ma soprattutto perché questi dati sono i più alti dall’inizio della pandemia.
Molto è dovuto alla contagiosità delle varianti, soprattutto quella inglese: in questa terza ondata rappresentano praticamente i tre quarti dei casi totali; contagi che nei centri più popolati si diffondono con facilità e poi si spargono a macchia d’olio soprattutto nei paesi limitrofi dove i lavoratori abitano.
Questa sembra essere per il sindaco Sebastianelli una spiegazione, un’ipotesi circa i così alti numeri di quarantene e di positivi al coronavirus a Trecastelli. «Qui e a Ostra – ha dichiarato – si sono registrati molti casi e ovviamente abbiamo sin da subito monitorato l’andamento per capire se fosse il caso di applicare misure più stringenti. In realtà va detto che nel nostro comune non ci sono situazioni particolari che hanno determinato questa diffusione. Le quarantene, per esempio, sono dovute a intere classi dell’istituto comprensivo che sono finite in isolamento ma dai dati di cui sono in possesso grazie all’Asur l’incremento dei contagi nella fascia d’età dei bambini è quasi a zero». Ciò potrebbe significare che non sono loro a diffondere in questo momento il contagio.
Da una quindicina di giorni, come nel resto della provincia, della regione e della nazione, si stanno verificando aumenti considerevoli che hanno portato gli ospedali nuovamente sotto pressione. «Prima non avevamo i parametri scientifici e quindi mancava una qualsiasi base per sostenere che chiudere gli istituti fosse il provvedimento giusto da adottare. Ma oltre alle quarantene legate alle scuole, che ora sono chiuse dopo l’istituzione della zona rossa – aggiunge Sebastianelli – qui non ci sono altre situazioni particolari».
Gli assembramenti nei parchi o piazze del vasto comune sembrano essere davvero limitati e considerati dal sindaco poco significativi per spiegare il trend in corso; le motivazioni della diffusione di positivi al coronavirus a Trecastelli potrebbero quindi essere ricercate nella vicinanza alla spiaggia di velluto e ai centri della provincia maggiormente colpiti. Molti sono infatti i lavoratori che si spostano da Trecastelli per recarsi al lavoro nei comuni dove il covid sembra avere fatto maggiormente presa, come Senigallia ma anche Ancona, Chiaravalle, Falconara, Fabriano, Jesi e che poi tornano a casa, o coloro che da città vicine come Senigallia vengono a lavorare a Trecastelli: il rischio è quello infatti di divenire vettori, magari inconsapevoli, del contagio dal luogo di lavoro a quello di residenza o viceversa.
Uno spiraglio però sembra esserci: la curva infettiva sembra stia rallentando. D’altronde i virologi avevano previsto il picco tra metà febbraio e metà marzo. Le quarantene per esempio sono in discesa a Trecastelli, con un calo di quasi venti unità in un solo giorno: da 236 si è passati a 219.