TRECASTELLI – Tra le città che andranno al voto la prossima primavera c’è anche il Comune nato dalla fusione di tre realtà municipali: Ripe, Castel Colonna e Monterado. Proprio la fusione sarà nei mesi fino a maggio al centro del dibattito politico, così come lo è stata per i primi due anni di mandato elettorale.
Altro argomento di rilievo nello scontro politico sarà l’adesione all’unione dei comuni con altre sei realtà della vallata. Su questi argomenti abbiamo chiesto il parere del consigliere comunale e capogruppo della lista “Trecastelli ai cittadini”, l’avvocato Nicola Peverelli.
«C’è un clima di malcontento a Trecastelli – afferma – perché la gestione dell’operazione “fusione” è stata critica e continua a esserlo. Le risorse per i comuni che scelgono questa strada arrivano ma qui ci si sta indebitando per i troppi lavori fatti partire, guarda caso, per lo più nell’ultimo periodo del mandato. A livello elettorale è una strategia che paga; a livello amministrativo però direi che serve più oculatezza: nonostante i fondi per le fusioni, si sono indebitati pesantemente per portare avanti le opere pubbliche, ma non si sono concentrati sui fondi comunitari o regionali che potrebbero alleviare il carico dei mutui sul bilancio.
E poi i costi: le tariffe di molti servizi, come la raccolta dei rifiuti, continuano ad aumentare. Nonostante le esenzioni, la promessa è che si sarebbero ridotti. E poi c’è l’elemento locale: anche se il campanilismo viene visto oggi come qualcosa di negativo, può essere un’occasione di legame e valorizzazione ma quello che manca sempre più spesso è il coinvolgimento dei cittadini».
Come sul tema dell’unione dei comuni “Le terre della marca sénone“: «anche di questo progetto non erano informati i cittadini sui vantaggi e sui rischi cui si andrà incontro. Inoltre – continua Peverelli – sono stati ignorati gli studi persino della Corte dei conti che già nel 2015 sosteneva di prestare attenzione al rischio di far lievitare i costi di questi enti di secondo livello, cioè non direttamente eleggibili dai cittadini, in nome delle cosiddette economie di scala».
C’è un’alternativa all’unione dei comuni? Ed è percorribile ora che il processo è già in moto?
«Diciamo che tra scegliere l’unione e optare per la convenzione c’è molta differenza: per recedere da quest’ultima si fa molta meno fatica rispetto all’impegno da mettere per cambiare o modificare o uscire dall’unione dei comuni, fatta inoltre senza studiare i risultati che avrebbe prodotto a lungo termine. Io non sono contro la fusione e son convinto che per alcune situazioni non sia conveniente uscirne (il riferimento è ai residenti della zona di Ponte Rio che vorrebbero staccarsi per approdare al comune di Mondolfo, ndr), ma certo devono cambiare tante cose, perché è troppo sbilanciata. Il sindaco di Senigallia Mangialardi vorrebbe unire tutti i servizi, io non ne sono convinto perché lo squilibrio verso la spiaggia di velluto rischia di porre serie problematiche».
Per esempio?
«I piccoli comuni non possono sedersi al tavolo con Senigallia alla pari, praticamente devono andarvi con il cappello in mano. E se poi con le prossime elezioni dovesse cambiare il contesto politico? Cosa accadrebbe a un comune di colore politico diverso da Senigallia? Si rischia il blocco delle operazioni? Sono temi che non sono stati sufficientemente discussi nel consiglio dell’unione ma nemmeno prospettati nello studio di fattibilità».
Quale sarà il contesto amministrativo a Trecastelli tra pochi mesi? Peverelli si candiderà nuovamente a sindaco?
«Sicuramente, rispetto a qualche anno fa, c’è meno seguito per il Partito Democratico: se ci fossero solo due liste, il Pd rischierebbe grosso perché qui a livello locale conta più la persona che l’ideologia. E poi c’è una tendenza nazionale di cui non si può far finta di nulla. Nel mio futuro non so ancora con precisione cosa ci sarà: ora a livello consiliare siamo un tutt’uno con l’altra lista di opposizione (“Solidarietà Partecipazione”, ndr) e lavoriamo molto bene assieme. Non escludo che possa ricandidarmi ma deve esserci un progetto serio dietro, con figure politiche vicine al mio pensiero».
Quali cavalli di battaglia per poter concorrere contro il centrosinistra?
«Io ho puntato molto sulla manutenzione e sulla sicurezza, ma devo dire che su quest’ultimo tema l’amministrazione ha perso 155mila euro di fondi ministeriali per un bando sulla videosorveglianza, mentre la maggioranza era impegnata a dire “no” al controllo di vicinato. In questo caso nemmeno l’unione dei comuni potrebbe essere una risposta per Trecastelli perché bisognerebbe aggiungere molti agenti di polizia locale, cosa al momento non praticabile proprio per il discorso dei costi che facevo prima.
Per quanto riguarda invece sport e turismo, io avevo in mente una “cittadella dello sport”, una soluzione molto importante per offrire ai residenti della vallata un servizio, e a chi arriva in zona un motivo in più per sceglierla. Ma bisogna coordinarsi: se a Corinaldo nascerà il palazzetto polifunzionale, qui si potrebbe puntare su una piscina e sugli eventi sportivi connessi. E poi la questione sanità: la vallata non può continuare a perdere servizi, per cui spero che si velocizzino i tempi di realizzazione della casa della salute (il progetto di poliambulatorio a Passo Ripe, Ndr). Altrimenti la delocalizzazione verso Senigallia sarà irrefrenabile».