SENIGALLIA – La mano tesa alle attività economiche da parte del Comune di Senigallia è stata apprezzata dalla Cna, che parla di una sensibilità amministrativa dopo le misure stabilite dalla giunta che ha fatto slittare i pagamenti dei tributi comunali. Le stesse misure, però, che la Confartigianato aveva definito poco utili, chiedendo invece una riduzione delle tasse per chi non ha di fatto lavorato né incassato per mesi.
I pagamenti per tari, cosap, l’imposta comunale di pubblicità e per i canoni di affitto dei beni immobili del patrimonio comunale vengono spostati nella seconda metà dell’anno, dando un po’ di ossigeno per le imprese che sono ancora chiuse per via dell’emergenza coronavirus. E per la Cna Senigallia questa è una buona notizia.
«Ringrazio a nome della presidenza e degli associati, l’amministrazione per questo provvedimento che sicuramente darà un po’ di respiro alle nostre attività, dichiara Carlo Schiaroli, dirigente Cna Senigallia. È la dimostrazione di come il dialogo aperto da Cna con l’amministrazione stia dando i suoi primi frutti. Siamo altresì consapevoli del clima di totale incertezza nel quale i nostri amministratori sono chiamati a lavorare senza avere dagli organi superiori, in particolar modo dal governo, uno strumento reale sul quale lavorare, dando ancora di più la nostra disponibilità al dialogo, fiduciosi che con il lavoro di squadra così fatto può essere solamente un valore aggiunto in questa brutta situazione».
«Uno spiraglio di serenità e certezza per le moltissime imprese artigiane e commerciali del nostro territorio da giorni stordite e raggirate da iniziative governative poco chiare e scarsamente efficienti che alimentano incertezza, timori e dubbi» dichiara Paolo Carli, presidente Cna Senigallia. «In questo panorama la perplessità di dover affrontare in solitudine ed in autonomia un futuro aspro, difficile dai contorni sconosciuti, è forte e preoccupante. Servono, a contrasto e supporto all’economia di tutto il territorio, iniziative forti e coraggiose, interventi significativi che non solo spostino ma riducano, dilazionino o dove possibile cancellino quelle imposte il cui servizio o presupposto che, con il fermo lavoro, non hanno potuto esercitare funzione, imposta di pubblicità, occupazione suolo pubblico, tasi, tari. Occorre un tavolo tecnico – prosegue Carli – una cabina di regia che a livello provinciale, regionale Intervenga in modo deciso e sostanziale affinché la ripresa e l’accumulo degli spostamenti non rappresenti un nuovo grande ostacolo che possa alimentare interventi esterni poco chiari spesso legati alla malavita. L’invito – conclude – che rivolgo alla grande platea di imprenditori è quello di riuscire a riprogrammare una nuova progettualità capace di coinvolgerci emotivamente, la stessa con la quale nel passato abbiamo costruito il nostro sogno di lavoro: non c’è mai solo un punto fermo di arrivo, ci sarà sempre una nuova partenza».