SENIGALLIA – Si è svolta la prima seduta del consiglio dell’unione dei comuni “Le terre della Marca Senone” ed è già polemica. Se l’elezione di Maurizio Mangialardi, sindaco di Senigallia, a presidente dell’unione era quasi scontata, non lo era però la scelta del presidente del consiglio dell’unione, ricaduta sul vicesindaco di Ostra Moris Mansanta.
Quest’ultima scelta – sostenuta solo dai consiglieri di maggioranza – ha fatto infuriare le opposizioni che hanno abbandonato l’aula consiliare senigalliese, dopo la ratifica dei nominati dai vari consigli comunali. Insomma la prima seduta non è andata granché bene per quanto riguarda il dialogo tra maggioranza e opposizione in seno al consiglio della neonata unione dei comuni che riunisce Arcevia, Barbara, Ostra, Ostra Vetere, Senigallia, Serra de’ Conti e Trecastelli.
Le opposizioni avevano fatto una sintesi sul nome del presidente del consiglio, arrivando a proporre quello di Luigi Rebecchini. Dall’Unione del Buon Governo (il nuovo soggetto politico presente nell’Unione dei Comuni e che unisce le esperienze di Forza Italia, Unione Civica, area cattolico-popolare e area libertaria) sono arrivate parole di ringraziamento per la scelta di Rebecchini come candidato alla presidenza del neonato Consiglio, segno «dell’affidabilità politica e istituzionale» del capogruppo della lista senigalliese Unione Civica.
La proposta però non è piaciuta alla maggioranza che ha di fatto votato in modo compatto per eleggere Moris Mansanta, “concedendo” la vice-presidenza a Rebecchini. Un “contentino” criticato dalle opposizioni che hanno preferito abbandonare l’aula (vedi FOTO) e non partecipare al voto.
«In democrazia sarebbe un bel segnale quello di dare all’opposizione la carica di presidente di un’assise consiliare, ma il Pd locale è diverso avviso – spiega il consigliere di Senigallia Bene Comune Giorgio Sartini – Perché chiedevamo la presidenza del consiglio? Perché in ogni democrazia gli organi garanti della correttezza istituzionale dovrebbero andare alla minoranza e non alla maggioranza. Tra l’altro, “dare” la presidenza del consiglio a un Consigliere di opposizione non avrebbe creato problemi durante le votazioni alla maggioranza» tenendo conto che i consiglieri di opposizione sono «addirittura 4 in meno di quelli previsti dalla legge su 33 componenti totali: 9 consiglieri su 33. Altro che 40% alle opposizioni» conclude Sartini.
Da qui la richiesta al presidente del consiglio di presentare subito le dimissioni perché si possa riparare a questa situazione che getta subito un’ombra sul percorso di dialogo con le opposizioni che era stato sbandierato prima della seduta. Anche se non sembra di questo avviso il neo eletto: «Accetto con entusiasmo – le parole di Moris Mansanta – spero di essere un buon presidente rappresentando tutti, disponibile alle proposte».
Slitta invece alla prossima seduta l’elezione del vicepresidente.