Senigallia

«Non siamo contrari all’unione dei comuni ma così è troppo sbilanciata verso Senigallia»: i dubbi di Rotatori

Secondo il capogruppo di Agorà, all'interno dell'ente sovracomunale la spiaggia di velluto condizionerà troppo le manovre dei piccoli centri dell'entroterra

La giunta dell'unione dei comuni "Le terre della marca senone"
La giunta dell'unione dei comuni "Le terre della marca senone"

OSTRA VETERE – La mancanza di informazioni sull’unione dei comuniLe terre della marca senone” continua a far discutere. Un silenzio che diventa sempre più rumoroso, una reticenza (a detta delle opposizioni dei singoli paesi aderenti) che lascia spazio a insinuazioni e dubbi non risolti.

Questa volta a parlare è l’ex assessore nonché capogruppo di “Agorà-Movimento civico per Ostra VetereGiordano Rotatori che chiede a gran voce lumi al primo cittadino Rodolfo Pancotti. Lumi sulla sua nuova delega, lumi sui costi di gestione, lumi sull’operatività della giunta dell’unione della quale sono stati recentemente definiti i ruoli.

Mangialardi, sindaco di Senigallia e presidente dell’unione dei comuni, tiene per sé le relazioni istituzionali, le risorse umane, l’efficienza dell’azione amministrativa, mentre ad Andrea Bomprezzi, sindaco di Arcevia e vicepresidente, va l’attuazione del programma, i rapporti con il consiglio, l’organizzazione, la comunicazione e la partecipazione. A Raniero Serrani (Barbara) vanno le deleghe alle politiche abitative e diritti della cittadinanza, ad Andrea Storoni (Ostra) quelle al benessere sociale, contrasto alla povertà, disagio, al pregiudizio, all’integrazione socio-sanitaria; a Rodolfo Pancotti (Ostra Vetere) quelle ai giovani, creatività e innovazione; Arduino Tassi (Serra de’ Conti) quelle alle risorse economiche, ricerca fondi e sviluppo del partenariato pubblico-privato mentre a Faustino Conigli (Trecastelli) quelle alle attività economiche e produttive, commercio e artigianato.

Dall’ex assessore comunale durante la giunta Bello, arrivano puntuali le domande su quella che «è stata definita dalla passata amministrazione come un’operazione epocale che avrebbe portato alla costituzione di un ente sovracomunale che per la sua operatività e performance amministrativa sarebbe indispensabile per il nostro territorio. Il problema è che in realtà così non è, perché se è vero che è indispensabile la collaborazione e l’integrazione tra i piccoli comuni, è altrettanto vero che un territorio così vasto con esigenze e aspettative completamente diverse tra loro non può avere benefici solo perché gestito dalla struttura burocratica di un comune capofila che da solo è più grande e più costoso degli altri messi insieme».

Giordano Rotatori
Giordano Rotatori

«Il problema è anche che il nuovo consiglio comunale e di conseguenza i cittadini di Ostra Vetere non sono stati assolutamente informati sui programmi, i progetti e i costi di gestione dell’unione – spiega Rotatori -.  A Giugno il nostro Sindaco è stato nominato dal Presidente dell’Unione assessore ai “Giovani”, alla “Creatività” e alla ”Innovazione” ma si è guardato bene di informare il consiglio tanto che questa nomina non solo non è stata presentata all’o.d.g. dell’ultima seduta consiliare, argomentata e dibattuta, ma non è stata inserita nemmeno nelle comunicazioni iniziali del Sindaco».

Altra nota dolente, nel novero delle deleghe non si fa riferimento ai lavori pubblici, all’urbanistica, al turismo, deleghe fondamentali per capire come si muove un vero ente locale e determinarne l’efficienza amministrativa. «Ci è stato spiegato da un altro primo cittadino del territorio che ancora i comuni hanno conferito solo un paio di funzioni quindi gli assessorati rispecchiano la condizione attuale dell’unione ma questa verrà adeguata quando tutti i servizi e le funzioni saranno stati conferiti. La speranza è l’ultima a morire – ironizza il capogruppo di “Agorà-Movimento civico per Ostra Vetere” – ma non è successo adesso e probabilmente non succederà mai perché le funzioni cosiddette classiche oltre il personale e la comunicazione istituzionale sono tutte rimaste al capofila».

«Quello che deve essere chiaro è che noi non siamo assolutamente contrari al concetto di unione dei comuni, siamo contrari a questa unione così come è stata concepita, oscenamente sbilanciata a favore del comune capofila per spalmare sul territorio i suoi costi di gestione e quelli dei suoi burocrati superpagati. Noi non siamo contrari a forme di aggregazione tra i comuni – conclude Rotatori – tanto che siamo convinti che in un prossimo futuro dovremmo probabilmente dibattere anche sul tema della fusione ma, se è vero che il popolo è sovrano, questo deve essere fatto sempre alla luce del sole e non in qualche tavolo ristretto di rappresentanti di lobby di partito».