SENIGALLIA – La Vigor non è morta. Ad esserne convinto è Paolo Lavoratornuovo, ex calciatore rossoblu da sempre vicino alle vicende della storica squadra cittadina: «Abbiamo un quadro da disegnare in questa cornice – ha avuto modo di spiegare in occasione dell’assemblea pubblica andata in scena ieri sera -. Preso coscienza della scomparsa della Vigor, alcuni di noi vorrebbero costruire una nuova società “Vigor” per ripartire da zero, senza pesanti passaggi burocratici, per onorare chi ha messo impegno, amore e passione nella Vigor e per rilanciare la tradizione calcistica cittadina. Non è un’iniziativa per qualcuno o contro qualcuno, ma è tempo di agire e il tempo stringe. Siamo fuori dalle vicende societarie, ma l’impegno morale lo sentiamo ancora molto forte dentro di noi. Ripartire dalla Terza categoria, per ora questa è l’idea. Noi non vogliamo contrapporci a qualcuno o polemizzare, pensiamo sia giusto ridare vita a questa società e vivere questi giorni di transizione con intensità per creare nuovo interesse. Evitiamo polemiche, se qualcosa si farà dovremo farlo tutti insieme». Parole, queste, che riassumono il pensiero di alcuni cittadini e tifosi che si stanno adoperando per far rinascere la Vigor Senigallia davanti ad una platea numerosa e desiderosa di conoscere le novità sull’ universo vigorino. Se ne è discusso in assemblea pubblica.
«La Vigor non è morta, è una signora di 96 anni caduta rovinosamente, non può correre, ma con il nostro aiuto proverà a camminare di nuovo – afferma Lavoratornuovo -. Vorremmo che certe cose non capitassero più. Serve un quadro sulla disponibilità economica e un programma serio e trasparente, ripartendo dai ragazzi per ripristinare lo spirito di questa società, ma tutto questo sarà possibile se avrete voglia di farlo».
Giornate difficili anche per la storia della club: alcuni tifosi hanno infatti comunicato che la targa di fondazione della Vigor del 1921, collocata nello stadio centrale, è scomparsa.
L’intenzione sarebbe quella di giocare al Bianchelli, lasciano intendere gli ideatori di questa proposta, con spese ovviamente contenute per far ripartire il progetto (12500 euro totali almeno per il momento).
«Noi ci siamo sempre stati, su questo non c’è dubbio, contrariamente a quanto affermano alcuni, la Vigor è la storia e la cultura di questa città – continua Paolo Pizzi –. In questo momento a poco servono le polemiche, bisogna capire se c’è unità d’intenti, dobbiamo capire se c’è margine, il tempo stringe». La suggestione sarebbe quella di chiamare la società “Nuova Vigor 1921”, ma ovviamente tra il dire e il fare ci son di mezzo tanti aspetti da non sottovalutare come lascia intendere Nicola Saccinto, già consigliere federale: «Ammettiamo che non ci siano seri problemi per ripartire, bisogna capire se il nuovo atto di denominazione è davvero possibile, spero si possa tornare a parlare di Vigor quanto prima».
Nulla sembra essere semplice o scontato, ma la volontà di alcuni potrebbe spingere lo storico pubblico vigorino ad unirsi e riprendere a correre partendo dal basso. La seconda riunione pubblica è stata fissata per lunedì 24 luglio.