Senigallia

Vaccini a ospiti e operatori: tutto pronto alla Fondazione Città di Senigallia

Entro pochi giorni la prima dose sarà somministrata a circa un centinaio di persone tra dipendenti, collaboratori e anziani degenti nella struttura di via del Seminario

La residenza protetta della fondazione Città di Senigallia
La residenza protetta della Fondazione Città di Senigallia

SENIGALLIA – Conto alla rovescia per la vaccinazione di operatori e ospiti all’interno della Fondazione Città di Senigallia. A partire dal prossimo sabato, 23 gennaio, con prosecuzione il successivo lunedì 25, verranno sottoposte a vaccino anti covid circa 100 persone tra dipendenti, collaboratori esterni e anziani ospiti nella struttura di via del Seminario.

A confermarlo è il direttore della fondazione, dott. Francesco Costanzi, in stretto contatto con il direttore del distretto sanitario senigalliese, dott. Alessandro Marini, e con il coordinatore dell’Ambito territoriale sociale n.8, dott. Maurizio Mandolini. Se verranno confermate le date, entro i primi giorni della prossima settimana, tutti coloro che lavorano o sono ospitati all’interno della residenza protetta avranno ricevuto la prima somministrazione del vaccino anti covid.

Per il richiamo si dovranno attendere poi 21 giorni: imprevisti a parte, intorno alla metà febbraio le operazioni si dovrebbero avviare alla conclusione, e per i primi di marzo la copertura vaccinale dovrebbe garantire quell’ulteriore arma contro la malattia che sta causando nelle sole Marche quasi 1800 morti, oltre 82 mila in Italia e ben 2 milioni nel mondo (fonte: Ministero della salute).

Una buona notizia per la Fondazione Città di Senigallia: durante la prima ondata di coronavirus anche la struttura cittadina ha dovuto fare, come quasi tutte le realtà per anziani del mondo, i conti con la pandemia. Grazie agli sforzi del presidente dott. Michelangelo Guzzonato, della direzione e del personale e alla collaborazione con le istituzioni sanitarie del territorio, si è nella prima fase riusciti a contenere i contagi e in questa seconda ondata a evitare che – almeno fino a oggi – il virus potesse penetrare i due edifici in cui vivono persone particolarmente fragili.