Senigallia

Variante ex Enel, opposizione compatta all’attacco di sindaco e giunta di Senigallia

Dal basso contributo straordinario ottenuto alla questione abitativa, agli aspetti occupazionali e all’opportunità persa per la città di alzare l’asticella qualitativa in campo turistico: ecco le critiche

Sulla variante ex Enel insorge l'opposizione consiliare di Senigallia.
Da sinistra Francesco Mancini ed Enrico Pergolesi (Diritti al Futuro); Dario Romano e Paola Curzi (Partito Democratico); Gabriele Landi (Vola Senigallia)

SENIGALLIA – Non si attenua l’attenzione dell’opposizione sulla vicenda ex Enel. Dopo alcune settimane di silenzio torna all’attacco di sindaco e giunta per chiarire alcuni aspetti molto criticati della seconda variante al prg che ha permesso un notevole incremento della parte edificatoria dedicata al residenziale, eliminando quasi del tutto quella relativa al settore turistico-ricettivo.

«E’ un lavoro corale quello fatto da una coalizione di centrosinistra – esordisce Dario Romano, capogruppo Pd in consiglio comunale  – da febbraio 2023, con la scoperta della variante poi con la richiesta di una commissione in cui abbiamo ottenuto risposte vaghe dall’assessore Cameruccio e infine con la battaglia che iniziamo attraverso le osservazioni. In sostanza è stato stravolto il piano d’area con un atto della sola giunta, senza coinvolgere l’aula consiliare come avrebbero dovuto fare data l’importanza della vicenda».

Vicenda iniziata quindi con la seconda variante, adottata nell’agosto 2023. «Il piano d’area del 2008 – spiega ancora dal Pd Paola Curzi – era uno strumento tecnico di coordinamento e di garanzia per la comunità volto a far realizzare un polo turistico-ricettivo e con un basso indice di edificabilità. Oggi quell’interesse per il bene comune è stato completamente capovolto da un’amministrazione cieca che dà spazio solo alla componente residenziale, quindi a favore di pochi privati, cancellando l’albergo che aveva invece un interesse per molti date le ricadute turistiche e occupazionali».

Con la seconda variante non si sono solo aumentati notevolmente gli appartamenti da realizzare al posto dell’albergo previsto originariamente, ma la città ha ottenuto ben poco da questa modifica: «Un parcheggio da 140 posti e un contributo straordinario di 700 mila euro sono ben poca cosa rispetto al valore dell’area che ora è aumentato enormemente: si doveva chiedere di più, molto di più» insiste Francesco Mancini, referente per Diritti al Futuro assieme al consigliere Enrico Pergolesi. «Da parte del sindaco un’azione pilatesca, con tante assenze e non giustificabili. E tra l’altro non ci ha mai risposto sui suoi rapporti, attuali o precedenti, con gli imprenditori coinvolti, a cui hanno permesso di costruire mini appartamenti che da anni invece cerchiamo di combattere».

Proprio sulla questione abitativa si concentra invece Gabriele Landi di Vola Senigallia: «L’albergo avrebbe generato sostegno al settore commerciale e opportunità occupazionali per la città, ora invece abbiamo una variante che permette seconde case sfitte per nove mesi l’anno, in barba a ogni esigenza abitativa dei senigalliesi». Un’apertura potrebbe arrivare se vi fosse qualche modifica da poter effettuare: «Potremmo accettare questo progetto di cui non siamo fieri solo se il 50% degli appartamenti fosse destinato all’edilizia residenziale pubblica o comunque a canone calmierato. Per quanto riguarda le opere pubbliche, il Comune dovrebbe utilizzare il plusvalore derivato dalla variante per ottenere altri lavori come l’allargamento a due corsie e l’innalzamento del sottopasso di via Grosseto».