SENIGALLIA – A distanza da un anno dal sisma, sono ancora 28 i terremotati ospiti di due strutture della spiaggia di velluto. Sono 12 quelli che alloggiano all’Hotel Argentina, mentre sono 16 quelli ospiti dell’Hotel Le Querce.
«Abbiamo avuto una proroga al 31 dicembre 2017 – spiega Manuele Mazzaferri, titolare della struttura – Abbiamo cercato di fare sentire i nostri ospiti come a casa e questa estate non li abbiamo differenziati dai turisti che hanno scelto di alloggiare da noi. Ormai sono come di famiglia, da un anno ci vediamo ogni giorno e viviamo insieme le giornate. Ci sono associazioni che hanno organizzato corsi di ginnastica ed altre attività, in più di un’occasione hanno incontrato gli altri terremotati ospiti nella altre strutture, hanno ricevuto la visita del vescovo e del primo cittadino. Ma nonostante gli sforzi, capisco che per loro è dura».
Molti sono anziani, come Angela Panniccià che ad 80 anni, più volte alla settimana sale sui bus della Protezione Civile per raggiungere Camerino e dare da mangiare ai suoi animali: «Ho cinque galline e alcuni gatti – ha spiegato Angela – Qui ci troviamo benissimo, ci trattano come se fossimo a casa. Ci stanno vicini mi hanno anche insegnato a giocare a burraco».
E facendo una partita a carte, con il marito Davide, 87 anni, ed altri terremotati, Angela trascorre le sue giornate: «In estate andavamo al mare, a passeggio, anche adesso andiamo in centro, ma con l’arrivo dell’inverno sarà più difficile» – prosegue – Intanto è partita la ricostruzione e gli ospiti degli hotel di Senigallia attendono le casette per gennaio. A Mariella, anche lei alloggia a Le Querce insieme al figlio, giovedì è arrivata la notizia più bella, le è stata assegnata una casa in muratura e presto potrà tornare nella sua Camerino. Loro hanno lasciato parte della loro vita e ne ricominciano una nuova: «Adesso ci siamo abituati qui – afferma Angela – Ma sappiamo che non possiamo restare per sempre, anche se ripeto, l’accoglienza è ottima e Senigallia bellissima. Ci troviamo bene, ma non è una casa. Ringrazierò sempre i titolari per tutto quello che hanno fatto per noi».
Nei loro occhi c’è ancora il terrore di quei terribili momenti: «Mio marito era in bagno, io ho visto girare tutto, non si capiva niente, cadeva tutto, non ci riuscivamo a spostare – spiega Angela – Noi siamo stati fortunati, abitiamo in campagna, dopo la scossa siamo usciti. Poi ci hanno detto che non potevamo rientrare in casa, ci hanno portato prima a San Benedetto e poi a Senigallia. Sono cose che non si dimenticano, ma bisogna andare avanti».