Senigallia

Violenza lungomare di Senigallia, appello FdI a istituzioni e famiglie: «Prevenire formazione gang»

Responsabili locali e regionali di Fratelil d'Italia chiedono interventi per reprimere ma soprattutto progetti sociali che facciano sentire giovani protagonisti e inclusi nella società

SENIGALLIA – Prevenire oltre che reprimere. È l’auspicio dei responsabili di Fratelli d’Italia locali e regionali dopo l’episodio di violenza che si è verificato sul lungomare Alighieri intorno alle 3 di notte tra il 14 e il 15 agosto e da cui è derivato anche il ferimento di un ragazzo. Ragazzo poi portato all’ospedale per le cure mediche: non è in pericolo di vita.

«Quanto successo a Senigallia è, purtroppo, l’ultimo di una serie di episodi che accadono da tempo, non soltanto nella nostra città, ma ovunque in Italia, con preoccupante frequenza e gravità», spiegano in una nota congiunta Sandra Amato, Massimo Bello e Cinzia Petetta, esponenti a vario livello locale, provinciale e regionale di FdI.

«La prevenzione è l’intervento primario ed imprescindibile, per limitare e provare ad eliminare il problema della violenza tra i giovani. È necessario – continuano – promuovere una cultura del rispetto e dell’inclusione, attraverso ‘campagne di sensibilizzazione’ nelle scuole e nei luoghi di aggregazione. Queste azioni devono coinvolgere non solo gli studenti, ma anche gli insegnanti, i genitori e tutti gli operatori che lavorano a stretto contatto con i giovani. Le istituzioni hanno il dovere di promuovere progetti e misure in tal senso».

La preoccupazione principale è per quel fenomeno cosiddetto delle “baby gang” che in alcuni casi terrorizzano interi quartieri nelle città metropolitane e nelle realtà più degradate, sono «divenute ormai un fenomeno sociale pericoloso, preoccupante e imbarazzante. Spesso nascono in contesti di disagio sociale e familiare, e non solo, ove i giovani trovano il senso di appartenenza e di identità e di comunità, che non riescono a trovare altrove. E’ un fenomeno, in cui i giovani, a cui spesso spesso mancano riferimenti importanti, sperano di affermarsi».

«Dobbiamo lavorare per prevenire la formazione di queste ‘gang’, che spesso agiscono indisturbate, offrendo alternative positive, costruttive e incisive sulla formazione della loro personalità, come attività sportive, culturali e ricreative, che possano coinvolgerli in modo sano e produttivo, rendendoli protagonisti e importanti. Esistono leggi che prevedono misure repressive, ma reprimere senza un progetto sociale concreto, che realizzi attività solidali, civiche e culturali, non è sufficiente a contrastare questo fenomeno».

L’altro appello di FdI, dopo quello alle istituzioni, è rivolto alle famiglie: «È fondamentale che, nel concedere ai minorenni la libertà di uscire e socializzare, ci sia sempre un controllo adeguato da parte delle famiglie, oltre alla presenza delle forze dell’ordine e delle istituzioni, che devono garantire il rispetto della legge e delle regole. Questa vigilanza non deve essere vista come un ostacolo alla loro libertà, ma come una forma di tutela necessaria per garantire la loro sicurezza e il loro benessere, ma anche quello dell’intera comunità» concludono Amato, Bello e Petetta.