ANCONA – Il nuovo anno si è aperto con la notizia che il prossimo turno di campionato in programma l’8 gennaio, è stato rinviato a causa del Covid. Tantissimi sono i giocatori contagiati, fatto che ha convinto il presidente della Lega Pro Francesco Ghirelli ha posticipare la seconda giornata di ritorno a mercoledì 2 febbraio. Niente ripresa quindi per l’Ancona Matelica che già aveva organizzato la trasferta di Olbia.
Il gruppo squadra, tuttavia, lavorerà domani, lunedì 3 gennaio, in campo. Oggi, invece, la mattinata è dedicata ai controlli: tamponi e sierologici per tutti. Questo è il commento generale del tecnico Gianluca Colavitto. «Dal punto di vista sportivo e personale il 2021 è stato un anno importante, colmo di soddisfazioni – ha detto il tecnico campano -. Il bilancio non può che essere positivo visti i traguardi raggiunti. Certamente per carattere non sono uno che si accontenta, anche perché faccio della perfettibilità il mio credo lavorativo, consapevole dei limiti su cui lavorare per crescere sempre. L’aspetto più positivo dell’anno solare è l’enormità di punti fatti con due squadre completamente diverse, sia nella seconda parte della scorsa stagione, sia nella prima parte di quella corrente».
Con il mercato alle porte, il girone di ritorno sarà ancora più insidioso…
«Adesso inizierà un altro campionato e ripetersi o addirittura migliorarsi significherebbe fare un capolavoro, che sarebbe impossibile senza l’aiuto di tutte le componenti a lottare insieme con il cuore, Società, squadra, staff tecnico, medico, magazzinieri, custodi ed il nostro meraviglioso pubblico. I ragazzi che vanno in campo dovranno avere sempre ben chiaro il loro obiettivo, quello di non accontentarsi mai, ma di volersi migliorare sempre, obiettivo personale che poi va ad influire ed incidere in quello del collettivo».
Senza dimenticare la pandemia, un altro aspetto da temere…
«Il Covid ci ha dato e il Covid ci ha tolto. Credo che quando si dice: gli spareggi sono partite a sè, sia una frase verissima, l’abbiamo constatato sulla nostra pelle. La squadra dopo Cesena aveva raggiunto una maturità, ed una voglia di fare parlare di sé che solo un evento straordinario come quello che ci è piombato addosso avrebbe potuto frenare. Forse doveva andare così, ormai sul passato non possiamo incidere, ma abbiamo l’obbligo e il dovere di incidere sul presente per determinare il futuro. Nel corso dell’anno ci sono stati tanti momenti belli, se ne dovessi elencare uno credo che la recente vittoria in rimonta contro il Siena rimarrà per molto tempo nella testa e nel cuore di tutti. L’aver inserito quattro giocatori che hanno inciso in maniera così forte nell’incontro rappresenta la vittoria del gruppo che ogni allenatore vorrebbe allenare. Nel calcio servono i punti, il campo, la fame, il veleno che dobbiamo avere in corpo tutti: senza si rischia di sbattere il muso in maniera pesante».
Qual’è il segreto dei suoi successi?
«La parola d’ordine nei momenti meno positivi per quanto mi riguarda è stata equilibrio. Equilibrio nei giudizi, nei comportamenti, nelle analisi di situazioni di campo, nei commenti con la stampa e all’interno dello spogliatoio, consapevole del fatto che insieme al mio staff, Marco Noviello, Alberto Virgili, Gianni Secchiari, Fabrizio Nizi e a tutti i ragazzi eravamo a posto con la coscienza e stavamo dando il massimo per questi colori. Poi, si sa, il calcio non è una scienza, i suoi effetti non si possono riprodurre in laboratorio, le partite non sono mai le stesse e forse proprio per questo è il gioco più affascinante al mondo. Ora bisogna resettare tutto, capire che bisogna sempre avere fame di successo, che niente è impossibile calcisticamente parlando, ma che bisogna sempre mantenere quella sana umiltà che ti fa mettere nelle partite qualcosa in più per sopperire ai limiti».