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Ancona Matelica, parla mister Colavitto: «C’è tanta amarezza»

Colavitto è stato salutato da un lungo applauso da parte del pubblico. Ultimo giorno di scuola in biancorosso o voglia di ricominciare un'altra stagione per cercare di migliorare?

Mister Colavitto

ANCONA – Al termine della partita con l’Olbia, nel momento del rientro negli spogliatoi, Colavitto è stato salutato da un lungo applauso da parte del pubblico. Ultimo giorno di scuola in biancorosso o voglia di ricominciare al più presto un’altra stagione per cercare di migliorare quella appena conclusa? La società nei giorni scorsi, gli ha proposto un biennale, in settimana si saprà tutto. «Difficile provare sensazioni ha concluso c’è solo tanta amarezza. Mi sono sentito in dovere di salutare un pubblico che è stato da dieci per tutto il campionato. Per quanto riguarda il futuro, fatemi smaltire la delusione e poi vedremo».

Entrando più nel dettaglio: «In questa stagione le critiche le ho prese e le ho fatte mie. Dopo Pesaro mi sono permesso solo ed esclusivamente di dire che Gianluca Colavitto non sa fare le trattative, appena sarà il momento affronteremo il discorso rinnovo. Intanto a questa società devo solo dire grazie. A Mauro Canil, a Roberta Nocelli, a Francesco Micciola, a tutti i miei collaboratori per avermi dato la possibilità di giocarmi le carte in tutta Italia. Altrimenti sarei rimasto nei campetti regionali dell’Abruzzo».

Il tecnico campano è poi tornato sulla partita persa con l’Olbia: «C’è amarezza, ci tenevamo enormemente ad andare avanti. Il calcio è questo, non siamo riusciti a segnare ma se andiamo a riflettere prima di subire il raddoppio avevamo fallito un’occasione clamorosa con Di Renzo. Dei ragazzi salvo l’impegno, ma quando vai sotto poi diventa dura ribaltare o comunque pareggiare. Capisco tutte le osservazioni ma non ritengo che la squadra abbia giocato un brutto primo tempo, lo 0-1 nasce da una grande giocata di Ladinetti. Non abbiamo regalato nulla».

Nel secondo tempo, sotto di un gol, l’Ancona è apparsa disordinata gettandosi in avanti con disperazione. L’ingresso (forse tardivo) di Del Sole, rispetto agli impalpabili Sereni e Rolfini, con il famoso senno di poi poteva essere operato prima: «Avevo un po’ di timore ad inserirlo prima perché non si era allenato con continuità per un problema al flessore. È vero che si è trattata di una sfida dentro-fuori ma, qualora fossimo andati avanti, non volevo rischiare di pregiudicarne il pieno recupero. Con il suo ingresso, e quello di Moretti, ci siamo ritrovati a giocare con quattro punte e in queste situazioni lavori più di pancia, è inevitabile. Ripeto, il gol di Chierico arriva dopo un nostro gol mangiato. Questo sport è fatto di errori, non siamo riusciti a metterla dentro e non avendo grossa qualità nel palleggio qualcosa abbiamo pagato».

A tal proposito Colavitto ha spiegato anche la sostituzione del playmaker Salvatore Papa, il migliore in campo: «Ha dato geometrie disputando una grandissima partita. In certi momenti, tuttavia, devi fare delle scelte. Se avessi tolto Andrea Delcarro avremmo perso in centimetri, allo stesso modo ho cercato di inserire D’Eramo per Iannoni nella speranza di ottenere più qualità».