ANCONA- Il restyling dello Stadio Dorico è da qualche tempo uno dei temi caldi nel programma dell’Amministrazione comunale. Dopo aver terminato l’iter burocratico previsto, si inizierà a fare sul serio per restituire alla città un suo elemento centrale e non solo in ambito sportivo. Ha parlato di questo il sindaco Valeria Mancinelli che ha spiegato in concreto come sarà svolta la prima parte dei lavori previsti dal progetto:
«Stiamo seguendo il percorso che ci eravamo dati e prefissati – spiega il primo cittadino dorico -. La prima cosa era trovare i soldi, li abbiamo trovati e messo a bilancio le spese per il primo intervento che riguarderà il campo da calcio a quello adiacente da calcio a 5. Saranno inseriti nel bilancio per il 2019 che andrà in approvazione il 18 febbraio e subito dopo accenderemo il mutuo per i lavori. Questi saranno affidati prima dell’estate e con tutta probabilità si chiuderanno tra settembre e ottobre dell’anno in corso. Questo sarà il primo step che dovrà essere seguito da un secondo riguardante lo spazio della tribuna dove stiamo valutando anche la demolizione della gradinata per il riutilizzo dello spazio presente».
Un progetto, quello del Dorico, che da sempre ha attirato tanto scetticismo come lo stesso Sindaco conferma: «C’erano e ci sono tanti scettici, chi strumentale e chi in buona fede. Non c’è motivo di esserlo e lo dimostreremo come sempre con i fatti, facendo il passo secondo la gamba con realismo, determinazione e ambizione. Il Dorico sarà principalmente per l’attività sportiva, calcistica, con l’Anconitana ma vogliamo darne un uso polivalente. È nostra intenzione metterlo a disposizione di tutta la cittadinanza anche per altre attività, sarà una riconquista per tutta la città».
E si tratta anche dell’ennesima conferma della grande unione d’intenti tra Valeria Mancinelli e Stefano Marconi, presidente dell’Anconitana: «Ci siamo capiti subito fin dall’inizio perchè siamo interlocutori affidabili. Non ci si lancia reciprocamente in proposte avventurose, c’è una grande fiducia basata su affidabilità e credibilità. Meglio un no serio che abbondare con i sì facili per poi cambiare idea ogni quarantotto ore».