JESI – Da una parte Noah Giacché: «Maggiori i minuti e l’importanza del ruolo rispetto all’anno scorso, servirà più personalità e lavorare ulteriormente». Dall’altra Antonio Valentini: «Saremo i più giovani in una squadra forte, se i nostri compagni lo hanno già fatto noi dobbiamo invece guadagnarci e dimostrare tutto». Si assomiglia lo spirito con cui i due alfieri baby della prossima Aurora Basket Jesi fatta in casa si presentano. Approva l’amministratore Altero Lardinelli: «Sei giocatori su dieci saranno jesini: è il raggiungimento dell’obiettivo che mi ero posto al momento di iniziare, dal 2012, a investire in maniera costante nel vivaio. Un lavoro duro, dispendioso ma che dà frutti».
Giacchè e Valentini nella prossima Aurora si divideranno, almeno in parte, ruolo e responsabilità. Dice Giacchè: «Avremo accanto a noi senior esperti che ci daranno una mano importante per continuare la nostra crescita. Ho avuto la fortuna già dallo scorso anno di avere vicino giocatori come Magrini e Quarisa, si è aggiunto uno come Rizzitiello che in serie B può fare la differenza. Una squadra giovane ma che si può togliere delle soddisfazioni». Ricorda Valentini: «Bello tornare al palas dove sono cresciuto e ho vissuto gioie e dolori. Nella stagione scorsa a Senigallia sono stato vicino a giocatori di struttura come Gurini e Paparella, ho tanta motivazione e voglia di fare per una annata per la quale i presupposti sono ottimi».
E sul dualismo, Valentini dice: «Non c’è competizione fra di noi ma voglia di lavorare per fare gruppo e il meglio per la squadra». Assicura Giacchè: «Avere Antonio vicino rappresenterà uno stimolo a fare il massimo».
Coach Marcello Ghizzinardi precisa: «Una squadra di basket non è un team di Formula 1. A loro l’ho già detto: in campionato, ogni domenica gli allenatori avversari faranno di tutto per mettervi sotto pressione, più vi metterete in difficoltà fra di voi in allenamento e più sarete pronti. Dal canto nostro, la scelta di puntare su Giacchè e Valentini è condivisa e ponderata: nessuna scommessa».
Il club manager Michele Maggioli evidenzia: «Ci tenevo particolarmente a salutarli: con Antonio ho una foto dell’epoca in cui, quando giocavo, suo padre invitò a cena me e “Lupo” Rossini e c’era questo bambino di 6-7 anni che mi guardava con gli occhi sgranati. Un piacere ritrovarlo un ragazzo maturo. Noah era tornato a Jesi lo scorso anno senza sapere quanto avrebbe giocato e tutto quello che ha ottenuto se lo è meritato e guadagnato con la sua forza e il suo cuore».