JESI – Termoforgia asfaltata e umiliata a Piacenza, contro una diretta concorrente per la salvezza. O si cambia, o si retrocede in serie B: non vi sono alternative. Le criticità in trasferta erano note a tutti, ma oggi si è scritta probabilmente la pagina più brutta della stagione.
Primo quarto con le solite difficoltà per gli arancioblu, costretti a inseguire fin dalle prime azioni e sempre in grosso affanno in difesa. Ventotto i punti subiti, comprese due triple dell’ex Piccoli (28-18).
Gli emiliani sembrano molto più determinati sul parquet e dopo qualche tentativo dell’Aurora di ridurre il gap, i padroni di casa oltrepassano agevolmente la doppia cifra di vantaggio. Servono a poco le urla di coach Damiano Cagnazzo, gli jesini, non riuscendo ad arginare l’Assigeco nella propria metà campo, faticano anche in attacco (52-36).
Bastano un paio di minuti a Piacenza, al rientro dagli spogliatoi, per mettere definitivamente fine alla partita. Kevin Dillard si prende un fallo tecnico, poteva evitarlo, ma non è certamente il fattore determinante di una prestazione di squadra, l’ennesima, inqualificabile. C’è bisogno al più presto di una scossa altrimenti la retrocessione sarà realtà. Gli emiliani continuano a fare canestro quasi senza versare una goccia di sudore, gli ospiti – escluso il capitano Tommy Rinaldi – stanno a guardare. Il terzo quarto non merita nemmeno di essere raccontato. C’è solo un team in campo, gli avversari della Termoforgia: e non è la prima volta che accade in questa stagione. Il divario fra le due contendenti raggiunge i 40 punti, come se giocasse la prima squadra contro l’under 18 (81-44).
La cronaca della partita potrebbe finire qua, anche perché in quintetto per l’Aurora ci sono già i ragazzi del settore giovanile. Ma ci sono ancora dieci minuti di umiliazione. È un allenamento, il ritmo è quello, e per i tifosi jesini giunti al PalaBanca è uno spettacolo indecente. Finisce 96 a 65. La società si scusa ufficialmente con sponsor e tifosi. Si apre una settimana che potrebbe riservare novità.