Alessandro Gabrielloni, jesino purosangue, una carriera iniziata nella “sua” Jesina, proseguita con le maglie di Maceratese, Taranto, Martina Franca, Campobasso, Cavese e Bisceglie, è approdato al Como nel gennaio del 2018, con i “Lariani” allora in serie D. A suon di gol, è entrato di diritto nel cuore della tifoseria azzurra, grazie alle sue 44 reti ed al riconosciuto attaccamento alla maglia.
Alessandro, nonostante sei ancora così giovane, puoi vantare una carriera già lunghissima in molte piazze importanti, calde, e soprattutto, tanti gol all’attivo, ben 91 in carriera.
«Sì, sono passati ormai più di 10 anni dai miei inizi alla Jesina, e posso dire che sia quella, che tutte le esperienze fatte successivamente, mi sono servite molto per maturare, pian piano, senza avere l’assillo di sfondare subito, a tutti i costi. Sono stato bravo e fortunato nell’aver vinto, sempre con il Como, il campionato di serie D e aver avuto l’opportunità di giocare in C. Ora mi godo il momento cercando, se dovessi rimanere anche in B, di continuare a far bene e dimostrare di poterci stare».
Come ti stai trovando a Como, in un ambiente che avrà di sicuro il “palato fine”, avendo vissuto per tanti anni la serie A e visto grandissimi campioni giocare al “Sinigaglia”?
«Mi trovo benissimo, i tifosi mi amano e rimarrei naturalmente, molto volentieri. Non è facile giocare in piazze così importanti, ma ho avuto la fortuna di segnare tanto, ed anche nei momenti difficili, che pur non sono mancati, il pubblico mi ha sempre sostenuto. Per le mie caratteristiche poi, anche se non segno cerco di dare il massimo in campo, e questo i tifosi lo hanno sempre apprezzato».
Nel 2019 poi, hai vinto anche il “Premio Borgonovo”, che a Como ha un significato del tutto particolare, per quello che ha rappresentato l’ex attaccante degli “Azzurri”…
«È vero, sono stato contentissimo di questo riconoscimento, che mi ha riempito d’orgoglio. Anche quest’anno sono tra i primi in questa speciale classifica. Tutto questo, ripeto, sta a testimoniare l’affetto dei tifosi nei miei confronti. Nella mia esperienza a Como, sono riuscito ad avere una certa continuità, arrivando per 4 anni consecutivi in doppia cifra. Se posso riconoscermi un piccolo merito, credo sia quello di aver lavorato sempre tanto per migliorare e soprattutto, non aver mai mollato».
Che effetto ti fa giocare in stadi importanti e confrontarti con giocatori ed allenatori di spessore, da ultimo mister Longo, ex Torino in A, ora mister dell’Alessandria, diretta concorrente battuta proprio domenica scorsa?
«Tutto questo ti fa sentire sempre più un giocatore importante, che ti fa dare poi quel qualcosa in più. È sempre un’occasione per metterti in luce. È però fondamentale mantenersi a certi livelli e non accontentarsi mai. Ho fatto una lunga gavetta che mi ha portato a giocare in stadi caldi ed importanti, che mi hanno permesso di saper gestire emozioni e sensazioni una volta arrivato nel pieno della maturazione calcistica, aspettando sempre il mio momento. Infine, molti compagni di squadra con cui ho avuto la fortuna di giocare, con maggior esperienza di me, mi hanno trasmesso la dedizione e la voglia di migliorarsi giorno dopo giorno, e di essere professionista».
Segui ancora la Jesina?
«Certo, con mio fratello Tommy, che gioca attualmente con i biancorossi, mi sento spesso per sapere le vicende della Jesina. Appena posso vengo allo stadio, in curva. Sarò sempre tifoso della Jesina, spero solo che possa trovare una stabilità societaria e qualcuno che la possa riportare dove merita. Vorrei anche salutare e ringraziare tutti gli sportivi jesini e chi mi segue e che in questi giorni mi hanno riempito di messaggi di affetto. Sono fiero di essere jesino, e mi fa davvero piacere che la gente mi voglia bene».