JESI – Francesco Bacci torna in pista. L’ex allenatore della Jesina, dal settore giovanile fino a due ottime annate con la prima squadra in serie D, sarà il nuovo responsabile tecnico del vivaio dell’Aurora Calcio a Jesi.
«Sono entusiasta, torno dove ho iniziato a giocare a calcio 35 anni, fa, qui al San Sebastiano» dice Bacci, presentato nella sede dell’Aurora dal presidente Emiliano Togni. «Progetto è una parola che va tanto di moda- prosegue il tecnico- ma dietro ai progetti ci sono sempre le persone. E qui ho incontrato persone serie e che conosco da tempo».
Soddisfatto Togni, sostenuto da tutto il consiglio direttivo della storica società del rione Prato nella scelta. Con una prima squadra in Terza categoria, l’Aurora conta su di una novantina di giovani calciatori, dai baby dei Primi Calci agli adolescenti dei Giovanissimi. «Rilanciare l’Aurora anche dal punto di vista della preparazione sportiva, oltre che per l’attività educativa e umana che la contraddistingue da sempre- dice Togni– è l’obiettivo con il quale si è puntato su Francesco, la persona più giusta. Ripartirà dal valutare quello che c’è, assolutamente nessuno alla porta: va portata riconoscenza a chi ha fatto e sta facendo un lavoro di bravi educatori straordinario e molto apprezzato dai genitori».
Spiega Bacci gli obiettivi: «Portare l’Aurora ad avere tutte le categorie giovanili, compresi gli Allievi che attualmente mancano. Una categoria in cui sono 5 o 6 le squadre in città e due sole fanno classifica mentre le altre affrontano tornei da cadette. Va data l’opportunità il più possibile a tutti di confrontarsi con campionati da classifica. E poi lavorare con grande attenzione sui bambini dai 6 ai 10 anni. Un’età fondamentale, in cui si sviluppano tutte le capacità di coordinazione e motorie. Allenare? Non escludo la possibilità ma almeno per il primo anno vorrei soprattutto seguire e coordinare gli altri».
Pochi talenti emersi a Jesi negli ultimi anni? «Discorso che mi sta a cuore ma che non è solo locale. E’ la società che è cambiata, con bambini che giocano sempre meno e sempre più presi da attività sedentarie».