La Lega Pro ha avanzato in questi giorni tre possibili scenari su come possa proseguire la stagione di calcio, bloccata dall’emergenza Coronavirus. La prima prevede una ripartenza dei campionati a maggio con porte aperte, anche se ad oggi, pare una soluzione molto ottimistica e di difficile realizzazione. La seconda ipotesi è quella che prevede una conclusione con tutte le partite che verrebbero giocate a porte chiuse, mentre la terza riguarda la sospensione totale della Serie C e una ripartenza dalla prossima stagione con la conclusione del campionato attuale.
In casa Vis Pesaro è intervenuto sull’argomento il direttore sportivo Claudio Crespini. «In questo momento non ha alcun senso ipotizzare delle date per quando riprendere con gli allenamenti o con il campionato – afferma il direttore sportivo -. Ad oggi ci sono ancora troppi casi di nuovi contagi e decessi ed è inutile parlare di sport in questo momento».
La Vis intanto ha terminato il suo periodo di quarantena dovuto alla positività di due settimane fa del centrocampista Andrea Tessiore al Covid-19 e per fortuna tutti stanno bene.
La stessa situazione biancorossa la sta vivendo anche l’Alma Juventus Fano. Tutti i giocatori granata sono chiusi nelle loro residenze a Fano e altrove visto che la possibilità di tornare presto ad allenarsi è davvero remota. In questo caso, sull’argomento campionato ha parlato il direttore generale della società granata Simone Bernardini: «Ritengo che con la salute non si debba scherzare. Ad oggi tutto è il contrario di tutto. Inizialmente si prevedeva una ripresa degli allenamenti al 20 marzo poi slittata al 3 aprile. Ma anche tale data sembra destinata ad essere nuovamente rinviata. È inutile fare previsioni, tutto è incerto. La caratteristica di tale virus è l’imprevedibilità e, seppur certi dati dimostrano un rallentamento di contagio, non si può stabilire con certezza quando finirà. Lo vediamo nel calcio, ogni giorno escono nuovi casi di positività a parecchi giorni di distanza dalle ultime partite disputate. Fino a quando il Covid-19 non sarà del tutto debellato, è un rischio troppo grande per le istituzioni governative e federali far scendere di nuovo in campo i giocatori possibili di contagio ed ancor di più giocare a porte aperte».