ANCONA- La riforma dello sport enunciata ieri dal ministro Vincenzo Spadafora non è stata accolta di buon grado dalla Lega nazionale dilettanti (per quel che concerne il calcio) in particolar modo in riferimento all’abolizione del vincolo sportivo (fino a 25 anni) per i giovani calciatori con le società detentrici del cartellino. Secondo il presidente dei dilettanti Cosimo Sibilia, questa decisione (che entrerà eventualmente in vigore dal 2022) potrebbe causare notevoli danni alle 12 mila società rappresentate dalla Lega:
«Le norme sul vincolo sportivo presenti nei decreti attuativi rappresentano una grave minaccia per l’esistenza del calcio dilettantistico a partire dalle scuole calcio, coinvolgendo l’intera filiera dell’attività giovanile, che è la vera risorsa del movimento unitamente all’attività delle prime squadre fondata principalmente sulla valorizzazione dei giovani. Il vincolo di tesseramento, invece, assunto con le tutele già presenti, costituisce un elemento essenziale di sussistenza per ogni singola società dilettantistica, pertanto va mantenuto nella sua attuale regolamentazione. Non esistono, in senso assoluto, forme d’indennizzo che possano surrogarlo. E poi come si può pensare, specie in questo particolare momento storico, di mettere sulle spalle delle ASD anche il fardello dei rapporti di lavoro, dimenticando completamente i sacrifici e gli oneri già pesantissimi che gravano su realtà che basano la loro opera sul volontariato?».
Secondo il parere di Sibilia, in questa battaglia è fondamentale l’opposizione da parte della Figc: «La FIGC, titolare in materia, deve attivarsi in totale opposizione a queste paventate norme che, se entrassero in vigore, decreterebbero l’estinzione di migliaia di Società affiliate alla stessa Federazione – dichiara Sibilia – Rispetto alla questione del vincolo la LND non si è mai sottratta al dialogo con tutti i soggetti coinvolti, a partire dall’AIC, coordinandosi con la FIGC».