JESI – Nella settimana della sosta del campionato di serie D (i leoncelli torneranno in campo al Carotti il 17 marzo con il Real Giulianova), la Jesina richiama l’attenzione sul proprio settore giovanile. A partire dal gesto di fair play compiuto in settimana dagli Allievi classe 2003 guidati dal tecnico Simone Strappini, secondi in classifica, nel corso della sfida con la capolista Vigori Senigallia.
«Si era al 65’ con la Jesina in vantaggio per 1-0– spiega la società leoncella- quando un giocatore della Vigor si accasciava a terra a centrocampo (poi si è appurato che si trattava di un attacco d’asma). Né l’arbitro né i giovani leoncelli, che erano in possesso della palla, si accorgevano di nulla, con l’azione che proseguiva e la Jesina che andava in gol. A questo punto mister Strappini parlava con i ragazzi e insieme decidevano di far segnare subito gli avversari. La partita poi è finita 4-1 per la Jesina, un risultato che assume ancor più valore se si pensa che la Vigor ad oggi aveva segnato 71 gol e ne aveva subiti solo 3». Spiega mister Strappini, che ha chiuso la sua carriera di calciatore nel 2014 con la maglia leoncella: «Appena ho visto il ragazzo a terra lontano dall’azione ho provato a dire ai miei di fermarsi, ma non mi hanno sentito. Dopo il gol, non ci abbiamo pensato un attimo. Palla al centro e siamo rimasti fermi per permettere alla Vigor di andare in rete».
Intanto in questi giorni è nuovamente a Jesi Alessio Spataro, responsabile del settore giovanile dell’Empoli, in base alla collaborazione avviata fra i vivai leoncello e toscano. Spataro sta seguendo gli allenamenti di tutte le categorie, dopo aver incontrato gli allenatori e il direttore generale del settore giovanile della Jesina, Andrea Cuicchi. «È stata- dice la Jesina- l’occasione per evidenziare i passi avanti compiuti in questi mesi di collaborazione, con la piena condivisione dei concetti e dei principi alla base della scuola calcio empolese». Dice Cuicchi: «Aggiornamento, voglia e passione sono determinanti da parte degli allenatori e formatori, unitamente ad una nuova metodologia di lavoro con i ragazzi che stiamo perfezionando con la scuola dell’Empoli. Perché noi da piccoli non perdevamo occasione di giocare a pallone in strada, mentre i giovani di oggi restano troppo spesso chiusi in casa davanti alla playstation e rischiano di non avere neanche più le basi del gioco del calcio».