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Il calcio nelle Marche: a gonfie vele il settore femminile e giovanili. Ma mancano impianti adeguati

Il presidente della Figc regionale, Ivo Panichi, ha tracciato un quadro del movimento che vanta un invidiato primato in Italia

Ivo Panichi

ANCONA – Gonfie vele in casa Federcalcio delle Marche, nonostante la penuria di impianti e l’inadeguatezza di molti di essi rispetto ai campionati che ospitano. È la sintesi della fotografia che è emersa stamattina dalla conferenza stampa tenuta nella sede della Figc di Ancona dal presidente regionale Ivo Panichi.

Molti i dati emersi, alcuni dei quali davvero lusinghieri per tutto il movimento, dalla ripresa generale post Covid al settore femminile che vede al via, quest’anno, un campionato di Eccellenza femminile con ben 14 squadre, il doppio di quelle dello scorso anno.
Altro incremento decisamente significativo quello che proviene dai settori giovanili di calcio a undici, con 1226 squadre al via in questa stagione contro le 1217 dell’anno precedente. Incrementi che si registrano ovunque, anche nel calcio a cinque, in lieve aumento al maschile come al femminile, ma pure riguardo ai settori giovanili.

La fotografia del calcio marchigiano, però, non può non tenere nella massima considerazione, al di là della discesa di categoria delle sue massime espressioni storiche, Ascoli in serie C, e Ancona in D insieme ad altre otto realtà marchigiane, un dato statistico tra i più confortanti, e cioè quello che vede la regione al primo posto in Italia sia per il rapporto tra tesserati e abitanti, sia per quello tra squadre e abitanti. Un primato di cui andare fieri, che porta ricchezza a tutto il movimento regionale.

Naturalmente s’è parlato anche di bilancio in attivo – con un “tesoretto” non indifferente a disposizione del comitato –, di riforma dello sport e di tutto ciò che ha comportato per le società, dei prossimi campionati che rimarranno a 16 squadre, a meno di “rivoluzioni” provenienti dalle categorie superiori, visto che in serie D ci sono ben nove marchigiane. Ma Panichi lo ha detto chiaramente: l’Eccellenza in casi eccezionali può partire anche a 17 squadre, in numero dispari, dunque, visto che a turno una squadra riposa e questo non è visto proprio come un male, in molte famiglie.

S’è parlato anche di arbitri, un’ottantina quelli nuovi, under 19 con il doppio tesseramento, su un totale di 1241, di calcio paralimpico e di rappresentative regionali: la fotografia di un movimento assolutamente in salute, con un presidente da poco rinnovato nella sua carica federale.

«Nonostante tutto siamo più che vivi e in salute – ha detto Ivo Panichi, riferendosi al Covid, alla legge sullo sport e ad altre vicende societarie che hanno coinvolto società del territorio –. I numeri sono generalmente in linea con la stagione passata, con qualche squadra in più, bene soprattutto i settori giovanili, orgoglio del calcio marchigiano. Abbiamo 1126 squadre di settore giovanile, numeri che danno davvero soddisfazione. E poi quelle al femminile, che abbiamo raddoppiato. Il decreto sul lavoro sportivo si pensava potesse portare a un tracollo per molte società, ma non è successo niente, merito non nostro ma delle società, dei presidenti, dei dirigenti che si fanno carico di tutto questo con grande passione. Quanto al primato delle Marche per tesserati e società in rapporto agli abitanti: è un dato che tutti ci invidiano e che ricorre spesso anche nel consiglio direttivo della Lega nazionale dilettanti. La ragione non so quale sia, forse questione del nostro Dna».