Passano i giorni ma per ora nessuna nuova buona notizia all’orizzonte per la Sambenedettese. Come già annunciato, il presidente Serafino ha più volte annunciato di voler onorare le mensilità arretrate anche se, ad oggi, gli emolumenti dovuti non sono stati ancora corrisposti. Alcuni giorni fa si è tenuto anche un incontro tra il presidente della società di calcio, intervenuto telefonicamente, e il sindaco di San Benedetto Pasqualino Piunti, che si è voluto sincerare di persona dello stato attuale della situazione, preso la sede sociale della Sambenedettese. Serafino ha confermato il suo impegno al fine del reperimento delle risorse economiche necessarie al pagamento degli stipendi.
La squadra nei giorni scorsi aveva anche minacciato lo sciopero in vista della prossima gara con il Matelica, in programma sabato 3 aprile alle ore 12:30.
Proprio nella giornata odierna invece i giocatori rossoblù, attraverso un video pubblicato sul profilo social della società, hanno emesso un nuovo comunicato ufficiale, letto dal capitano Maxi Lopez, con cui hanno dichiarato quanto segue: «Siamo qui per ribadire nuovamente la nostra situazione, che la città e le istituzioni conoscono da solo un mese. Purtroppo noi viviamo di promesse non mantenute dallo scorso ottobre e da poco se ne sono accorte la cittadinanza e le istituzioni tutte. Siamo dunque arrivati al 1° aprile senza aver ricevuto gli ultimi cinque stipendi. Nonostante le promesse solenni che ci sono state fatte dal presidente, nessuno di noi si è visto accreditare mai alcuno stipendio in questi giorni. La situazione dunque non è cambiata in nulla, anzi, ha rischiato di aggravarsi per alcuni di noi che sono stati improvvisamente sfrattati dal residence che li ospitava per il mancato pagamento da parte della società. Solo il buon cuore delle persone di San Benedetto ha aiutato i nostri compagni a trovare una sistemazione gratuita, consentendo ai ragazzi coinvolti, di rimanere a San Benedetto. Insieme a loro, dobbiamo ringraziare, soprattutto, tutte le persone che ogni giorno lavorano dietro le quinte per la Sambenedettese, che non hanno mai fatto mancare la loro professionalità ed il loro entusiasmo, pur condividendo con noi le stesse difficoltà. È solo grazie allo loro ed alla nostra professionalità che la Sambenedettese è ancora in corsa per la qualificazione per i Play-Off. Una volta compreso che niente sarebbe cambiato, abbiamo deciso di aprire lo stato di agitazione sindacale, che tuttora resta aperto, riservandoci la proclamazione dello sciopero. Si è trattato di un atto necessario, a nostra tutela ed anche per far comprendere a tutti la gravità della situazione, nella speranza che ciò potesse sbloccare la situazione del Club. Per questo abbiamo chiesto alle istituzioni di San Benedetto, di partecipare oggi con noi. Purtroppo, ci dispiace per la loro assenza. A ognuno di noi, a questo punto, è chiaro che, visto che le retribuzioni arretrate continuano ad accumularsi, che la fideiussione prestata per l’iscrizione del campionato non sarà sufficiente a garantire i pagamenti di tutti gli stipendi. Nonostante ciò, abbiamo deciso tutti insieme di scendere in campo, sabato prossimo, rimandando ogni decisione in ordine alla proclamazione dello sciopero per le prossime gare di campionato. Si tratta di una scelta decisa esclusivamente da tutti noi calciatori, insieme allo staff tecnico, senza alcun condizionamento esterno. Abbiamo deciso, pur con tutti i nostri difetti, di metterci la faccia per l’ennesima volta. I calciatori della Sambenedettese.»